di Adelina B. Scorda
Africo – “Non ho nulla da dire, provo solo tanta amarezza. Adesso attendo la relazione del Consiglio dei ministri con le motivazioni dello scioglimento del consiglio comunale di Africo. Voglio capire cosa li ha spinti a prendere questa decisione, a non considerare il lavoro e la trasparenza con cui abbiamo lavorato. Posso dire solo che mi amareggia profondamente concludere così questa consiliatura, mi sono, ci siamo spesi per questo Comune, adesso mi auguro che questa decisione possa portare dei risvolti positivi per Africo, mi auguro che i problemi di questo comune possano essere risolti non solo con la forza, ma soprattutto per e con il sociale”.
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Con queste poche parole l’ormai ex sindaco di Africo, Domenico Versaci, reagisce alla comunicazione che il consiglio dei Ministri ha dato subito dopo la conclusione della riunione tenutasi ieri pomeriggio. Rabbia e forse anche un po’ di sconcerto. “Ho sempre agito alla luce del sole, cos’altro posso dire, qui c’è la relazione che ho consegnato a loro mesi fa, non so neppure se l’hanno letta”.
Un carteggio di nove pagine che va da maggio 2012 al marzo di quest’anno per spiegare passo dopo passo quale sia stata l’attività amministrativa che ha contraddistinto l’esecutivo di Versaci e così dai vari tagli alla spesa, al recupero dei tributi, Acqua,Tarsu e Tares, molteplici sono stare le iniziative per migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi, le collaborazioni con le associazioni del territorio nonché i progetti in fase di realizzazione che dovranno essere realizzati con i fondi che il comune di Africo in questi anni è riuscito a intercettare.
Attività e trasparenza che non ha convinto la commissione d’accesso agli atti che in cinque mesi di lavoro ha esaminato gli atti che il Comune ha messo a disposizione.
Un provvedimento, dunque, che aggiunge alla già lunga lista dei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose anche il comune di Africo e che assesta un duro colpo a una popolazione che in questi anni stava cercando di scrollarsi di dosso il marchio nero di paese di ‘ndragheta.