di Adelina B. Scorda
AFRICO – Continuano a muoversi passi importanti attorno al caso tumori si Africo e questa mattina, infatti, un equipe dell’Arpacal ha fatto visita al comune per ritirare, all’ufficio anagrafe i registri delle morti dal 1995 ad oggi. Uno strumento basilare il registro delle morti per iniziare a fare un confronto fra i dati ricevuti e quelli acquisiti dal comune, per verificare, selezionare i casi di morte per tumore, troppi per un paese come Africo, solo 3000 abitanti.
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La visita dell’Arpacal non si limiterà a questo, come più volte comunicato dal comitato di cittadini, che sta portando avanti da tempo questa lotta, domani gli operatori dovrebbero ritornare ad Africo per iniziare la lunga serie di analisi che dovrà portare a comprendere cosa determini una così alta incidenza tumorale nel paese.
Se sia l’acqua, l’aria, la terra o addirittura il materiale con cui sono state costruite le case, in particolare quelle di via Matteotti,(qui si racchiude il dato più spaventoso su 24 abitazioni solo due sono state graziate dal “brutto male) questo ancora non si sa. Ma domani si partirà ad analizzare il sottosuolo. Questo sarà il primo step da fare per capire, per iniziare ad escludere le tante troppe possibilità che si affacciano sul caso tumori di Africo.
Sarebbe da escludere, stando almeno da quanto spiegato dal sindaco, almeno fino a prova contraria, l’acqua, “le analisi – ha detto Versaci – sono eseguite costantemente dall’Arpacal, dal Comune e dalla Sorical, staremo comunque a vedere cosa ci comunicherà l’Arpacal alla fine dei controlli”. Secondo Pratticò la causa non sarebbe neppure da rintracciare nella presenza di fusti tossici, questa roba almeno nel centro di Africo non c’è, ma nella cattiva gestione dei rifiuti che negli anni si è fatta. “Era abitudine di molte amministrazioni – spiega – ma anche di noi cittadini scaricare i rifiuti nella fiumara La Verde e bruciarli. Ecco tutta la diossina che abbiamo respirato sta portando a questo. Per quello che sta accadendo ad Africo non dobbiamo accusare le criminalità organizzata, ma se per criminalità intendiamo comuni, provincia e regione allora si, possiamo usare questi termini”.
Tante troppe le risposte che attendono i cittadini di Africo e la Locride intera e domani, forse, un altro passo contro il buio verrà fatto.