di Adelina B. Scorda
AFRICO – Ad arrivare questa mattina ad Africo è l’equipe scientifica del dipartimento Aria dell’Arpacal. Sono in tre, il dirigente e responsabile del servizio Mariano Romeno, Emilio Centorrino, e Angelo Sartiano. La prima tappa è al Comune, qui si incontreranno con il sindaco Versaci prima di iniziare il sopralluogo necessario a individuare il luogo più idoneo a collocare il laboratorio mobile che analizzerà le polveri presenti nell’aria di Africo.
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Si attende l’arrivo del sindaco, che a causa di un imprevisto ha, suo malgrado, fatto ritardo. Ma il tempo non è sprecato, si discute, si scambiano pareri. Un unico dato oggettivo per il momento, l’assenza di un’indagine epidemiologica che l’Asp da tempo avrebbe dovuto effettuare in tutto il territorio Calabrese. L’acquisizione di dati scientifici in materia avrebbe consentito, infatti, una maggiore selezione nelle verifiche da effettuare, una restrizione del campo da indagare per consentire indagini mirate.
A sostegno di queste ipotesi il legame fra l’insorgenza di determinate patologie tumorali con fattori, cause scatenanti ben precise. La preoccupazione che tutto possa finire con un buco nell’acqua c’è, troppi sarebbero i fattori da indagare, troppe le variabili. Il compito, però, di tutte e tre le equipe dell’Arpacal giunte ad Africo tra ieri e oggi è quello di studiare, analizzare, di produrre risultati che possano confermare o smentire il sospetto che oggi aleggia sui tanti, troppi casi di tumore di Africo.
Già perché per una certa fascia d’età potrebbero essere imputati ad esempio gli stili di vita, ma per tutte quelle vite che ancora attendono di vedere la luce e che già portano addosso il peso del “brutto male”, per i bambini di 2, 6, 10 anni, per loro rintracciare la causa nello stile di vita è completamente impossibile. Sì, ci sono anche altri fattori come i legami di parentela, ad esempio, ma è pur vero che in una via lunga solo 500 metri che conta 24 abitazioni, nessuna della quali è stata risparmiata dal “brutto male” è il dato forse più schiacciante.
È quasi mezzogiorno, si parte per il sopralluogo, non c’è molta strada da fare, la via da controllare è vicino la sede del palazzo comunale, è sempre la stessa, via Matteotti. È qui che verrà posizionato il laboratorio mobile dell’Arpacal per il controllo dell’aria. Il luogo scelto è il piazzale del centro Polifunzionale, qui il laboratorio, che verrà installato la settima prossima, stanzierà per circa un mese e in questo lasso di tempo i tecnici provvederanno a prelevare i risultati non solo attraverso periodici viaggi in zona, ma anche grazie a un sistema informatico che invierà direttamente ai laboratori dell’Arpacal alcune analisi specifiche. Manca solo l’acqua adesso a dover essere analizzata e in merito alle procedura da dover intraprendere il dirigente Mariano Romeno ha chiarito come per i prelievi direttamente alla fonte è l’Arpacal a effettuare prelievi, analisi e giudizi, ma per quanto riguarda l’acqua delle abitazioni private o delle fontane pubbliche, qui dovrà essere, per legge, l’Asp a effettuarli per poi inviarli all’ufficio preposto dell’Arpacal per le analisi.
Acqua, aria e terra, questi i tre elementi posti sotto esame, anche se potrebbe a breve avvicinarsi un terzo, il latte, e nello specifico il latte materno per verificare se nella sui composizione possano esserci, ad esempio, tracce di diossina. Se si giungerà anche a questo punto, dovrà passare del tempo prima di saperlo, tuttavia, nessuna possibilità dovrà lasciata intentata.
Domani, intanto, il comune di Africo unitamente a quello di Bianco, ha previsto, per le 11 un sopralluogo lungo il torrente la Verde.