di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Esiste una cinematografia “correttiva” in Calabria, tesa, cioè, a lavare via dall’anima della nostra regione quel nero che una certa stampa (e un certo cinema) trovano comodo, conveniente e, in alcuni casi, redditizio tingerle addosso. “Agarthi” di Bruno Panuzzo, proiettato ieri sera nel piazzale esterno dell’azienda Calabriamatik, è una pellicola concepita per diffondere un’immagine positiva della Calabria: i paesaggi, le bellezze naturali, ma anche i valori della sua gente. Quelli antichi della civiltà contadina e quelli della famiglia. Lo fa partendo dalla storia di una giovane torinese di origini locridee, affezionata alla nonna in precarie condizioni di salute, che scopre la terra dei suoi avi proprio attraverso i racconti dell’anziana.
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La proiezione di ieri ha registrato il “tutto esaurito”, tanto che è stato necessario aggiungere altre file di sedie alla già corposa platea. Bruno Panuzzo, cantante, regista e anima del film ha curato la presentazione della pellicola, interpretata da giovanissimi attori calabresi che prima della proiezione si sono esibiti in alcune danze e nella sfilata a bordo delle vecchie Fiat 500, identiche a quelle che risalivano i tornanti di una Ferruzzano degli anni ’60, in cui sono state girate parecchie scene del film.
“Ringrazio la famiglia Passafaro per avere organizzato questa serata- ha detto Panuzzo – e soprattutto Francesco, un giovane dal cuore grande”.
Quindi, ha introdotto il suo lavoro cinematografico dicendo al pubblico: “Non aspettatevi niente di straordinario e – rivolgendosi ad attori, giornalisti e autorità presenti nelle prime file – non badate all’aspetto tecnico di questo film. Vi prego, invece, di cogliere i messaggi che lancia”.
E in effetti la pellicola appare ancora acerba, con una sceneggiatura che nella prima parte riesce a coinvolgere e ad appassionare lo spettatore, anche se perde smalto alla distanza, mentre nella seconda parte subisce prima un’eccessiva deriva pubblicitaria a favore di una struttura alberghiera bovalinese e poi si perde in qualche riflessione retorica di troppo.
Il messaggio, però, nonostante questi “peccati di gioventù” del regista, arriva forte e chiaro.
C’è una Calabria da scoprire visitandola e lasciandosi abbracciare dalle sue bellezze e dalla sua gente. Non è sicuramente la Calabria dei delinquenti dal grilletto facile e degli scannatori e mangiatori di capre ai banchetti delle ‘ndrine.
Una Calabria descritta in maniera romantica e che merita di essere conosciuta anche attraverso pellicole come quelle di Bruno Panuzzo, ugola d’oro che ha interpretato anche le canzoni che hanno costituito la robusta colonna sonora del film, pescando tra i grandi classici della canzone italiana dagli anni ’60 in poi.
Al termine della manifestazione sono stati consegnati i premi a molti dei protagonisti, e grande soddisfazione è stata espressa dal pubblico, dagli organizzatori, e dalle autorità presenti, tra cui il sindaco di Ferruzzano Maria Romeo.
A breve pubblicheremo il video del nostro Enzo Lacopo