Dopo qualche rombo di motore che si è fatto udire sul finire della settimana scorsa si comincia oggi e dalle Alpi agli Appennini sembra che la protesta possa tenere botta, come si suol dire, anche perché pure nello Stivale, Isole comprese, non è che ce la si passi meglio delle altre “consorelle” europee; tra le primissime regioni a muoversi in tal senso figura il Sud essendo che già da ieri in special modo nel Crotonese ci si è organizzati per scendere in piazza e far sentire la propria voce.
di Antonio Baldari (foto fonte europarl.europa.eu)
L’Italia s’è desta! E qualcuno, sulle varie piattaforme social, scrive: “Era ora!”. E già perché soltanto otto giorni fa riportavamo come letale potrebbe rivelarsi la decisione dell’imposizione della cosiddetta “Agenda Verde” europea contro le emissioni inquinanti nell’ambiente, che ha sollevato particolarmente gli agricoltori Mitteleuropei, dalla Germania all’Olanda, passando per la Spagna, la Polonia, la Serbia ed anche nel Regno Unito.
Era quella una protesta che andava avanti già da bel pezzo senza che trafiletto o servizio fosse stato dato in pasto ai lettori e/o teleutenti affinché si venisse a conoscenza di questa, delicatissima, realtà: orbene, oggi anche l’Italia fa parte del novero di nazioni che hanno deciso di scagliarsi contro il suddetto provvedimento continentale “green”, avendo da un lato i suddetti Paesi europei che vogliono andare ad oltranza, in considerazione del fatto che sono decine e decine le imprese, in special modo quelle medie ed a conduzione familiare, che rischiano di sparire. Dall’altro lato il BelPaese, invece, dopo qualche rombo di motore che si è fatto udire sul finire della settimana scorsa, comincia oggi e dalle Alpi agli Appennini sembra che la protesta possa tenere botta, come si suol dire, anche perché pure nello Stivale, Isole comprese, non è che ce la si passi meglio delle altre “consorelle” europee; tra le primissime regioni a muoversi in tal senso figura il Sud e particolarmente la Calabria, essendo che già da ieri in special modo nel Crotonese ci si è organizzati per scendere in piazza e far sentire la propria voce.
Una regione, la Calabria, che pare inizi a farsi sentire dopo le proteste sia pur flebili che erano state inscenate nei mesi scorsi di ottobre e novembre relativamente al piano di dimensionamento nella Scuola, a conti fatti ottenendo il resto di niente visto che, in ultima analisi, lo stesso provvedimento è passato all’approvazione del Parlamento così com’era stato previsto, sopravvenendo solamente il 2,5 per cento delle deroghe contemplate nel cosiddetto “Decreto Milleproroghe”.
Oggi è la volta degli agrocoltori che, in questi momenti in cui scriviamo, si stanno organizzando anche nel Catanzarese e nel Cosentino, per una problematica abbastanza intricata da dipanare, che in senso generale e più ampio si rimanda a Bruxelles, sede del Parlamento europeo, protestando legittimamente avendo quale vessillo la porta di Brandeburgo, in Germania, dove sono giunte circa un milione di persone, in primis gli agricoltori con i propri trattori giunti non solo a fare rumore ma per volere rivendicare i propri diritti che l’Europa pare avere del tutto obliato.
Di questo ci si è accorti anche in Italia, con la strada Statale 106 che è divenuto il simbolo della protesta Calabrese nello specifico: sarà vera gloria?