di Francesca Cusumano
LOCRI – Parte alla grande la quindicesima edizione della kermesse musicale storica della città di Locri, “Ai Confini del Sud”, (ideata e diretta da Massimo Cusato), ripresa per volere dell’Amministrazione comunale, dopo diversi anni di assenza, manifestazione della cultura euro-mediterranea che, in passato, ha avuto per protagonisti, cantautori italiani e internazionali, musicisti jazz e di musica etnica.
L’anno scorso ad esibirsi nel giardino della Fondazione Zappia, sono stati artisti del calibro di Mario Venuti con Tony Canto, Marco Zurzolo Quintet e Tony Bungaro con Antonio Fresa.
E anche per questa edizione targata 2023, per celebrare i 15 anni, l’Assessorato alla Cultura eventi, guidato da Domenica Bumbaca, ha pensato ad altrettanti nomi importanti della musica italiana.
Ad aprire ieri sera i battenti, è stato uno dei cantautori della scuola genovese tra i più eclettici del panorama musicale italiano, con all’attivo 30 anni di carriera e che vanta album e collaborazioni importanti, tra i quali De Andrè, Caputo, Belli e Jannacci.
Si tratta di Francesco Baccini (in duo ieri sera, con il chitarrista Michele Cusato), personalità “trasversale, ironica e imprevedibile” sempre aperta a nuove collaborazioni per esaltare le sue inclinazioni artistiche e creative, premiato negli anni, con ben due Targhe Tenco; una passione per la musica la sua, che inizia da bambino, studiando pianoforte.
Ma è all’età di 20 anni che, dopo aver studiato per diverso tempo i compositori classici, scopre la musica leggera e il rock.
Sebbene inizialmente in pochi capirono la sua ironia, Baccini ha rappresentato una delle più forti personalità ad imporsi negli anni ’80 e ’90.
«Scambiarono la mia ironia – ha detto a Lente Locale Baccini – per demenzialità. In Italia l’ironia, è sempre stata considerata di serie B. I discografici mi dicevano, “l’ironia non vende”, in tanti cercavano in tutti i modi di cambiarmi. Ed io che rappresento lo spirito di contraddizione per eccellenza, ho sempre fatto il contrario, basti pensare che il primo album, “Cartoons” (1989) ha venduto più di 200mila copie. Ed il secondo album, addirittura il secondo disco di platino».
La “ripartenza” così come Baccini stesso l’ha definita, si è avuta recentemente, con il suo ultimo progetto musicale, “Archi e frecce” di cui si è avvalso della collaborazione del chitarrista Michele Cusato e dell’Alter Echo String Quartet, formazione crossover femminile, in cui il cantautore genovese rilegge “in chiave cameristica e umplagged”, i suoi classici più famosi, (dagli esordi, fine anni ’80, più due inediti e una cover di De Andrè), una sintesi tra classica e pop, un album la cui idea, è stata ereditata dal cantautore bolognese Lucio Dalla «Quando eravamo in lockdown – ha raccontato Baccini – trascorrendo molto tempo sul web, scoprii quest’ultimo tour di Lucio che avevo perso, in cui lo stesso era accompagnato da un quartetto d’archi, un pianoforte (e lui al clarinetto) e le versioni delle sue canzoni, trasmettevano così tante particolari emozioni che da quel momento, non riuscii ad ascoltare altro e pensai che il mio repertorio si prestasse a quello stile. E dopo qualche giorno, il caso volle che venissi contattato dal quartetto d’archi genovese, Alter Echo String Quartet, proponendomi di fare qualcosa insieme. Da qui, l’idea di creare questo progetto con anche il chitarrista Michele Cusato che si è occupato degli arrangiamenti degli archi, e quindi, di realizzare un album controtendenza, mettendo in rilievo la parte armonica e ironica della canzone. La musica deve emozionare – ha altresì rimarcato Baccini – arrivare con un pugno allo stomaco; se così non fosse, non puoi fare il musicista, hai sbagliato lavoro».
E le emozioni ieri sera, nella splendida cornice del giardino della Fondazione Zappia, non sono mancate, tra i brani infatti proposti da Baccini al piano, in una versione elegante, contemporanea e intimista, “Navigante di te”, “Ho voglia di innamorarmi”, “In fuga” (dedicata all’amico Marco Pantani), “Fotomodelle”, “Mani di Forbice”, “Genova blues” e naturalmente tra i suoi più grandi successi, il brano “Sotto questo sole” del 1990, in coppia con Paolo Belli e i Ladri di Biciclette (pezzo con cui si aggiudica la vittoria, al Festivalbar di quell’anno) e tra i singoli interpretati, anche “Le donne di Modena”, tratto dal suo secondo disco, “Il pianoforte non è il mio forte”.
Un omaggio anche agli artisti Fabrizio De Andrè, con “La ballata dell’amore cieco” e a Luigi Tenco con “Vedrai Vedrai” e “Mi sono innamorato di te”.
Tra gli inediti, “L’Equilibrista” un brano “all’immagine di Francesco Baccini: poetico, sognante, incosciente, divertente e divertito e allo stesso tempo, profondo e ricco di senso”.
Ma è con il brano, “Shrek Alleluia”, riadattato da Baccini in una versione originale (con tanto di consenso di Leonard Cohen), che il cantautore ha chiuso la sua performance, tra gli applausi scroscianti del numeroso pubblico, confermando la sua performance d’autore.
Questa sera invece, è la volta del concerto dei Dirotta su Cuba, band simbolo del funky italiano, per una serata che si preannuncia un live pieno di energia.
DI SEGUITO IL LINK DELL’INTERVISTA RILASCIATA DA FRANCESCO BACCINI: