di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Ansa)
REGGIO CALABRIA – Il GOM Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria ha attivato un nuovo reparto con il servizio “Breast Unit”. Questo percorso di diagnosi e cura delle patologie mammarie, che era operativo già da tempo, ora è situato in un rinnovato reparto al terzo piano del presidio “Bianchi-Melacrino-Morelli”.Molto partecipato è stato l’Open Day che ha fornito corrette e complete informazioni alle donne che affrontano patologie senologiche Il commissario straordinario del Gom Gianluigi Scaffidi ha affermato: “Rispetto allo screening, attuato in maniera encomiabile dall’Asp di Reggio Calabria, la nostra vuole essere una forma più approfondita di prevenzione Con questa Breast Unit, che è un sito strutturale fisico dove convergono più unità operative dell’ospedale, tutta l’organizzazione ruota attorno alla donna che automaticamente sarà inviata a fare tutti i percorsi e tutti gli esami fino all’intervento, ove fosse necessario, fino alla chemioterapia, ove fosse necessaria. In questa struttura convergono diverse Unità operative: dalla chirurgia, all’ oncologia, alla radioterapia, alla radiologia e quant’altro”.
Il direttore sanitario del Gom Salvatore Costarella ha dichiarato:”Noi stiamo cercando di fare in questi anni un’operazione che porti l’ospedale più vicino al cittadino. Abbiamo snellito tutto il percorso. Alla Breast Unit le pazienti avranno un percorso totalmente agevolato che prevede sia la visita, chiaramente la diagnostica di primo livello, ma anche la diagnostica più avanzata, come risonanza magnetica, biopsie ecoguidata e stereotassica. Una volta concluso il processo diagnostico si avvierà quello terapeutico che non è deciso solo da un professionista, ma da un pool di professionisti che collaborano tra loro e decidono il miglior percorso terapeutico”. E ha continuato: “ Ci portiamo dietro il pregiudizio atavico che c’è nei confronti della sanità calabrese. Ma vi posso garantire che l’ospedale è ricco di professionalità. Quella che mancava era un’organizzazione che potesse mettere in comunicazione tutte queste professionalità e soprattutto abbattere le barriere che ostacolano l’accesso alle cure”.
Di seguito :”Come avete potuto notare a questa manifestazione prendono parte delle associazioni che si occupano della salute della donna. Le abbiamo volute coinvolgere perché noi crediamo che gli stakeholder primari di questo processo sono proprio la pazienti e le Associazioni che le rappresentano”. Inoltre ha detto: “Altri percorsi si stanno avviando. Questo sempre perché l’ospedale è del cittadino. E siccome noi siamo operatori della sanità, ma siamo anche cittadini, anche noi siamo potenziali utenti e fruitori di questi servizi”. Secondo quanto stabilito nell’intesa Stato-Regioni del 2014, in accordo con le raccomandazioni emanate dal Parlamento europeo, ogni Regione deve identificare e realizzare una Breast Unit ogni 250.000 abitanti, dotata di un team medico di almeno 6 professionisti (radiologo, chirurgo, patologo, oncologo, radioterapista, data manager) e deve trattare almeno 150 nuovi casi ogni anno. L’aderenza a questi requisiti e alle linee guida stabilite dalla European society of breast cancer specialist, valutata da istituti terzi, viene certificata dalla European society of breast cancer specialist (Eusoma), l’unica certificazione valida per una Breast Unit. Innanzitutto, è importante vedere se la Breast Unit di riferimento ha la certificazione Eusoma. Per conoscere le Breast Unit nella propria regione è possibile cercare nel sito della sanità della regione di appartenenza oppure rivolgersi a Europa Donna, associazione di pazienti che promuove la diagnosi e cura del tumore al seno. Le Breast Unit rispondono a specifiche caratteristiche cliniche e assistenziali per assicurare il miglior percorso di cura per il tumore mammario. Nel percorso della Breast Unit sono fondamentali i controlli nel breve e lungo periodo (follow-up), dopo la chirurgia e durante e dopo la terapia medica, come anche la sorveglianza speciale nei casi di rischio ereditario. Secondo i dati di letteratura medica, le persone che si rivolgono a una Breast Unit hanno maggiori opportunità di guarigione rispetto a chi non vi accede, e una sopravvivenza a 5 anni rispettivamente del 83,9% rispetto al 74,9%, secondo una valutazione puntuale emersa da uno studio clinico dedicato. Infatti, la gestione della persona con tumore mammario, non è solo una questione di erogazione del trattamento chirurgico o medico, ma è piuttosto un’attenzione globale alla paziente, in cui diversi esperti si confrontano e trasferiscono conoscenze e aggiornamenti scientifici per assicurare le migliori pratiche di diagnosi, corretta gestione terapeutica e sorveglianza specialistica.