di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Wikipedia)
Dopo le nuove direttive del Ministro dell’istruzione e del merito Valditara che vieta in Italia l’uso dei cellulari in classe fino alle scuole medie, sembra che gli appelli alla limitazione di uso dei dispositivi digitali si stiano moltiplicando in gran parte del mondo. Negli Stati Uniti, per placare le preoccupazioni giunte da vari strati sociali della popolazione e dagli studiosi della questione, è stata chiesta l’introduzione di un’etichetta che bolli i social come «pericolosi», nell’illusione o ipocrisia che questo possa bastare e fungere da deterrente al loro sconsiderato uso. Gli Stati di New York, California, Colorado, Kentucky, Mississippi, New Jersey, Oregon e Tennessee pensano così di mettere una pezza (sperando che il rattoppo non sia peggiore del buco e non diventi una sfida per gli imperterriti fruitori) come è successo per l’alcool o le sigarette. Anche l’Australia corre ai ripari facendo partire l’iter per approvare una legge contro le fake news che viaggiano sulle piattaforme e per le aziende che non si adatteranno sono previste multe fino al 5% dei ricavi globali. I danni della Rete sono infiniti come gli indubbi benefici che hanno portato, perché essi sono strettamente correlati all’uso responsabile di Internet, capacità che però non è sicuramente appannaggio dei bambini e degli adolescenti. Ecco il perché del giustificato e forse finora sottovalutato allarme sociale riguardo ai”social”.Anche la piattaforma Instagram corre ai ripari. Infatti ha introdotto una nuova funzionalità chiamata “account per teenager”, per garantire maggiore sicurezza e protezione per gli utenti under 18. Questa funzionalità comprende account privati di default, restrizioni sui messaggi e sui contenuti, limiti di tempo più stringenti e controlli più attenti sull’età. Questi “account per teenager” saranno disponibili inizialmente negli Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia, e in seguito in altri nazioni. Meta, l’azienda che gestisce Instagram, vuole dimostrare così, alle autorità preposte, che l’azienda si adopera facendo tutto il possibile per salvaguardare i minorenni da contenuti, frasi, immagini e video non adatti alla loro età.
Le misure di sicurezza sono: account privati di default in modo che i minorenni debbano approvare eventuali nuovi follower e le persone, che non sono loro follower, non possano seguirli, vedere i loro contenuti o interagire con loro; restrizioni sui messaggi, in modo da poter essere contattati solo da persone che seguono o con cui sono già in contatto; restrizioni sui contenuti sensibili; interazioni limitate che faranno in modo che i minorenni potranno essere taggati o menzionati solo dalle persone che li seguono; attivazione automatica restrittiva delle funzioni anti-bullismo, così che parole e frasi offensive vengano filtrate dai commenti e dalle richieste in Direct (prodotto di messaggistica in-app); invio di notifiche che invitano a uscire dall’app dopo 60 minuti di utilizzo quotidiano; sospensione automatica fra le 22 e le 7, con la disattivazione delle notifiche e invio di risposte automatiche ai messaggi in Direct.
Per chi non ha ancora compiuto 16 anni, ci sono ulteriori protezioni, perché i più piccoli dovranno impostare la «supervisione genitori» per far sbloccare qualcuna delle protezioni aggiunte in automatico. Inoltre i genitori saranno in grado di vedere con chi i ragazzi hanno scambiato messaggi negli ultimi sette giorni, impostare limiti di tempo per l’utilizzo dell’app o bloccare completamente l’accesso per determinati periodi di tempo. Basterà ad evitare ai ragazzi danni psicologici di vario tipo ed entità e problemi fisici legati all’utilizzo prolungato? Molti sono gli scettici in proposito, che, in alternativa, propongono maggiori controlli e attenzione sui contenuti pubblicati agendo a monte, ad opera dei gestori delle piattaforme, senza far gravare tutto l’impegno sui genitori. La questione di lana caprina è purtroppo lontana dall’essere risolta in nome, ancora una volta, di una squallida ragione economica che si maschera, e neanche efficacemente, dietro una sbandierata e presunta libertà di espressione senza limiti e filtri.