In ossequio a quanto afferma l’Istituto Nazionale di Statistica nel 2022 l’Italia ha perso il 42 per cento della sua acqua potabile che, tanto per intenderci, andrebbe a soddisfare i bisogni di una quindicina di milioni di persone, mettiamo Lombardia e Piemonte insieme! Ad ogni buon conto, alla base della problematica posta in essere c’è giustappunto la vetustà delle reti con il 25 per cento dei servizi idrici che ha più di 50 anni e con il 60 per cento che è in servizio da più di 30 anni.
di Antonio Baldari
Un bisogno umano insostituibile, l’acqua, una risorsa indispensabile sotto il profilo strettamente economico, e che diventa fondamentale nel momento in cui si va incontro alle regolazioni del clima, in particolare in quest’epoca in cui si sta subendo un cambiamento climatico che appare irreversibile; l’acqua che, proprio per tali motivi, è andata sempre più a decrescere nel corso degli anni anche e soprattutto nei Paesi tradizionalmente ricchi, e questo in modo particolare dovendolo imputare a delle perdite piuttosto considerevoli: ed invero, l’International Water Association ha reso noto che ogni giorno si perdono circa 345 milioni di metri cubi di acqua, corrispondenti ad un totale di circa 125 miliardi di metri cubi all’anno.
Le cause essenziali di queste perdite sono da ricondurre ai sistemi di distribuzione, e dunque perdendosi, l’acqua, durante il suo percorso dai serbatoi all’utente finale, che costituisce un serio problema per le aziende di servizi pubblici in tutto il mondo; andando a mettere sotto la lente giustappunto le perdite di acqua, e la motivazione reale per cui esse si verificano, va sottolineato come esse siano causate da una cattiva gestione e/o manutenzione della rete idrica, giacché la qualità risulta sempre più vecchia e deteriorata: le cause possono essere molteplici, dai processi di corrosione alle installazioni improprie; dalle tubature ed impianti vetusti alla qualità davvero molto scarsa delle strutture sotterranee, passando per rotture di connessioni, sbalzi di pressione e perfino i movimenti del terreno contribuiscono alla perdita di acqua.
Andando nello specifico dei numeri afferenti agli Stati membri del continente europeo, in ossequio a quanto afferma l’Istituto Nazionale di Statistica nel 2022 l’Italia ha perso il 42 per cento della sua acqua potabile che, tanto per intenderci, andrebbe a soddisfare i bisogni di una quindicina di milioni di persone, mettiamo Lombardia e Piemonte insieme! Ad ogni buon conto, alla base della problematica posta in essere c’è giustappunto la vetustà delle reti con il 25 per cento dei servizi idrici che ha più di 50 anni e con il 60 per cento che è in servizio da più di 30 anni: specialmente al Sud la siccità sta creando non pochi problemi – ma anche al Nord da qualche anno a questa parte le cose non vanno meglio – grazie ad un finanziamento europeo si conta di ridurre le carenze idriche di circa il 10 per cento entro il 2026.
Nel frattempo, il badare a risparmiare è “cosa buona e giusta”, per non continuare a fare…acqua da tutte le parti.