R. & P.
“L’ampliamento del TMB è una scelta irreversibile, l’impianto si farà e basta, fatevene una ragione”. Alla base di questa perentoria affermazione, più volte e in più sedi ripetuta, c’è la valutazione della impossibilità di arrestare un procedimento amministrativo ormai in fase avanzatissima, che comporterebbe fra l’altro la perdita del famoso finanziamento di oltre 42 milioni di euro (finanziamento che non percepisce certamente il nostro Comune, questo è bene ricordarlo!).
C’è il ricatto (il ricatto!!) di lasciare il TMB nelle condizioni in cui è adesso, senza alcuna manutenzione, se non si accetta la realizzazione della nuova opera. E a corollario delle scelleratezze di cui sopra, che ricordano più che le regioni di uno stato democratico le satrapie dell’impero persiano, sento dire che, obtorto collo, la cosa migliore da fare è non opporsi e trarre il massimo beneficio dalla mancata opposizione, ottenendo prebende e favori per la collettività che altrimenti sarebbero negati (satrapie appunto).
Non so voi ma io, sentendo questo arzigogolare ho l’impressione che si sia perso il senso del mandato popolare, delle scelte condivise, della democrazia in generale. Si, perché ancora una volta la logica burocratica, quella becera dei funzionari tutti d’un pezzo, non uomini dello Stato ma semplici ingranaggi di una più complessa macchina, prevale sulle scelte politiche, laddove la politica ha la sua ragion d’essere quando è al servizio del territorio e della gente, non di alchimie strategiche e di flussi di denaro.
E dico questo perché la paventata irreversibilità della scelta fa strame di un principio fondamentale per una democrazia diretta come dovrebbe essere la nostra (democrazia condivisa la definirei, perdonate la quasi tautologia): quello che nessuna scelta può essere imposta dall’alto a una popolazione, che nessuna opera può essere realizzata senza il consenso degli abitanti del luogo. Un bel salto nel passato, quindi. O nel futuro!
Mi si obietterà che non è vero quello che dico e cioè che la popolazione non vuole il nuovo impianto, che chi protesta sono solo quattro gatti spelacchiati, vecchi comunisti in disuso uniti a più giovani destrorsi senza patria. E questo è possibile (forse sono gli unici a non aver smarrito un po’ di lungimiranza)!
Allora credo sia necessario che il Consiglio comunale, che rappresenta nel bene e nel male i cittadini, si pronunci. In maniera chiara i nostri rappresentanti dovranno dire quale sia la scelta che ritengono più idonea per la città: Si o No all’ampliamento! A FUTURA MEMORIA! In modo che sia scritto per sempre, nero su bianco, chi ha determinato il destino di Siderno. Nel bene e nel male. Che sia chiaro chi ha sacrificato ad un progetto che ha il respiro corto come quello di un maratoneta spompato, l’idea di conurbazione, di sviluppo del territorio, di benessere collettivo. Che sia chiaro chi alla scelta verde per la nostra città preferisce il nero o il grigio di luoghi senza futuro, perchè non bastano quattro alberi in croce a cingere l’impianto per salvare il tutto. Palesatevi ordunque, direbbe un cavaliere d’altri tempi, io più modestamente vi chiedo di conoscere le vostre facce quando in consiglio comunale vi vedremo votare. A FUTURA MEMORIA!
Giuseppe Caruso
VOLO