Non ci sarà alcun regolamento condominiale che potrà vietare la convivenza in casa con il proprio amico a quattro zampe. La Lav suggella un importante traguardo, grazie alla decisione del Parlamento, che ha approvato proprio oggi, un’integrazione all’articolo 1138 del Codice Civile, secondo la quale “le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”.
Sono quasi venti milioni gli amici a quattro zampe che vivono nelle nostre famiglie e finalmente l’Italia si adegua a quei principi contenuti nel Tratto Europeo che definisce gli animali esseri senzienti, e al Codice Penale che punisce i loro maltrattamenti. Da sempre le cause più frequenti discusse in tribunale avevano come motivo scatenante nei condomini il grado di abbaio di un cane. Ma se un cane abbaia questo comportamento non può essere considerato disturbo della quiete, ex art. 659 del Codice Penale, fino a quando le proteste non siano avanzate da una pluralità di persone. Come la stabilito la Corte di Cassazione con Sentenza n° 1394 del 6/3/2000 infatti, affinché vi sia reato è necessario che «i rumori siano obiettivamente idonei a incidere negativamente sulla tranquillità di un numero indeterminato di persone». È chiaro quindi, come la Suprema Corte, affinché si possa parlare di disturbo della quiete pubblica, il fastidio deve essere arrecato a una pluralità di persone altrimenti il fatto non sussiste. La legge quadro sull’inquinamento acustico, la 447 del 1995 con i successivi regolamenti attuativi prevede che nelle abitazioni l’immissione di rumore non sia tollerabile se supera il rumore di fondo naturale di cinque decibel durante il giorno e di tre decibel durante la notte. Il danno non può essere misurato a orecchio, ma attraverso la rilevazione di un tecnico specializzato competente in acustica ambientale. Questo nuovo principio legislativo, assicura anche la fine delle cause per il passaggio nelle scale e l’utilizzo degli ascensori da parte degli amici a quattro zampe, come ha specificato il presidente della Lav, Gianluca Felicetti, una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio interpretativo. SIMONA ANSANI