di Antonella Scabellone
CATANZARO- La ‘ndrangheta vista da un’ altra angolazione. Dal di dentro, non dal di fuori. Attraverso l’anima dei protagonisti, autori e vittime di un dramma umano che si ripete in una catena di sangue che non si spezza, se non con altro sangue ed altre vittime. La ‘ndrangheta come un cancro difficile da estirpare, che si tramanda di generazione in generazione; un mondo impenetrabile ed offuscato, dove l’ombra del male contamina, e prima o poi annienta, anche ciò che c’è di buono;una società dal destino segnato, che solo dentro di sé può trovare la forza per la sua distruzione e la sua rinascita.
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Queste alcune delle sensazioni ed emozioni che suscita”Anime Nere”, ieri sera in visione in prima nazionale al Cinema “The Space” di Catanzaro. Il regista Francesco Munzi, l’attore Fabrizio Ferracane, lo scrittore Gioacchino Criaco e l’editore Florindo Rubbettino hanno presenziato alla proiezione del film che lo scorso 29 agosto ha conquistato Venezia con 13 minuti ininterrotti di applausi.
Anche il pubblico di Catanzaro non è stato da meno e dalle due sale gremite è giunto chiaro e inequivocabile il gradimento della platea verso un film che, a prescindere dal gran parlare che se ne è fatto ultimamente sui giornali, è piaciuto per quello che è riuscito a trasmettere. Emozioni, tante emozioni, e un finale mozzafiato, a sorpresa.
Anime Nere è una storia ambientata in Aspromonte liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Gioacchinio Criaco, che vede protagonisti tre fratelli Rocco (Peppino Mazzotta,) Luciano (Fabrizio Ferracane) e Luigi (Marco Leonardi) appartenenti a una famiglia di ndrangheta, con tre storie completamente diverse che però inesorabilmente si intrecciano.
Francesco Munzi ha lavorato quattro anni per realizzare la pellicola cercando di conoscere prima di tutto al meglio la realtà dei posti che andava a descrivere, supportato in questo dall’autore Criaco che lo ha aiutato ad esplorare il cuore impenetrabile dell’ aspromonte.
“Siamo ben consapevoli che la Calabria non è solo questa-ha detto Criaco rispondendo a uno spettatore critico durante il dibattito condotto a fine proiezione dalla giornalista Maria Teresa D’Agostino- Noi abbiamo voluto solo raccontare uno spaccato della nostra terra, che comunque esiste, e porre il pubblico di fronte alla cruda realtà della ‘ndrangheta e a ciò che questa genera anche all’interno delle famiglie”.
Le proiezioni continuano oggi a Reggio Calabria al cinema Lumiere e domani al Locri al cinema Vittoria dove già si registra il tutto esaurito.