di Maria Alessandra Polimeno*
Il macrolotto della statale 106 di Roccella Ionica sarà finalmente inaugurato giovedi 9 luglio e come consigliere provinciale del territorio esprimo per questo grande soddisfazione. Il sindaco Certomà, con grande garbo istituzionale (non sempre utilizzato, come io lamento in tante circostanze per il Presidente della Provincia), ha coinvolto tutti gli attori istituzionali del territorio per presenziare alla cerimonia di inaugurazione.
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Ma accanto alla soddisfazione per la notizia positiva non si può non avvertire la necessità dei finanziamenti per l’ammodernamento della statale 106 visto che i lavori non arriveranno più sino ad Ardore, come previsto, ma sono stati “accorciati“ sino a Sant’Ilario.
Noi, guardando al nostro territorio da più vicino, non possiamo non denunciare il fatto che la maggiore carenza di infrastrutture riguarda, purtroppo, proprio la Locride, registrando che il tratto di 106 Sant’Ilario-Palizzi, al pari della trasversale Bovalino-Bagnara, deve essere ancora compreso nella programmazione.
Quest’ultimo dato ci fa comprendere che esiste una visione che definire sbagliata e discriminante è veramente poco: mancano praticamente tutti i passaggi e non solo i soldi, mentre si procede a rilento per la realizzazione dei lavori programmati e finanziati.
Le giustificazioni che si possono immaginare stanno nel dovere, al quale si assolve con estrema lentezza da Roma, di non lasciare incompiute alcune opere e di non affrontare neppure il discorso relativamente a quelle nuove, essenziali per lo sviluppo della nostra zona.
Forse lo Stato non ha voglia di combattere una battaglia contro le prevedibili interferenze della criminalità organizzata, come pure sta facendo per i lavori sull’autostrada o come fece per la trasversale Gioiosa-Cinquefrondi?
Perché deve vincere l’ arrendevolezza, che è una condanna definitiva verso le possibilità di sviluppo della Locride , deve vincere un Paese, sicuramente non benevolo e non realmente informato sulla natura vera dei rischi che si corrono e del numero di opportunità che si perdono in questa regione, pronto a “sopportare” che l’A3 si modernizzi, pur con tutti i problemi che si porta dietro, perché serve a tutti, ma non la Statale 106 considerata la “nervatura” di questa regione?
A queste domande si può aggiungere, a proposito della Bovalino-Bagnara, che è altrettanto difficile accettare il no per la sua realizzazione sulla base di motivazioni che non hanno contato per le altre strade di trasversale, Sibari, Limina, delle Serre, rifinanziata proprio dal Cipe.
Noi siamo al sud del sud, tanto per usare un’espressione ricorrente, “terra di dove finisce la terra”, dice il cantautore, siamo ancora più isolati, svantaggiati in ogni tentativo di dare progetto e sistemazione ad ogni settore, come per esempio la sanità, il turismo, i beni culturali..….
Non possiamo lasciarci sconfiggere dalla passività e dalle paure, dal pregiudizio ovvero da una forma di sottovalutazione dei gravi problemi che esistono e che indeboliranno ulteriormente il tessuto sociale e produttivo del nostro comprensorio.
Come rappresentanti elettivi comunali e provinciali siamo i primi a dover sollecitare sui temi di sviluppo i centri di spesa regionale e nazionale.