Interessante evento culturale curato dai Clubs Lions di Monasterace Kaulon con Siderno Riviera dei Gelsomini e Gerace in sinergia con l’Archeoclub di Locri, nel contesto del quale si è inteso ripetere la proposta di collaborazione perché “Roma oggi è ancora piena di rifiuti eppure con due milioni di turisti in più, un fascino immenso comunque se la “passi” – afferma il senatore e vicesindaco di Casignana – Roma si impone sopra ogni cosa, le scoperte sul suo passato servono ai progetti di sviluppo che perseguiamo per favorire innovazione, la coesione sociale, la cultura”.
di Antonio Baldari
ARDORE – Interessante evento culturale ad Ardore avente a titolo “La romanizzazione della Locride tra il II secolo a. C. e il V secolo” , curato dai Clubs Lions di Monasterace Kaulon con Siderno Riviera dei Gelsomini e Gerace in sinergia con l’Archeoclub di Locri, nel contesto del quale si è inteso ripetere la proposta di collaborare per valorizzare un “percorso romano”: Casignana, “titolare” della Villa Romana – si fa per dire, lo splendido sito archeologico appartiene a tutti – con Portigliola per l’Anfiteatro; con Locri per il Casino Macrí; con Gioiosa Ionica per il Naniglio; con Marina di Gioiosa per l’Anfiteatro greco-romano: “La convenzione che stipuliamo con “La Sapienza”, Università di Roma, prevede un’importante progetto di ricerca storica sulla Villa Romana – tanto ci partecipa il senatore Franco Crinò – fin qui, e non è poco, abbiamo studiato le terme, gli impianti, le réunion, i commerci, i palmenti, i vini, il mare difronte, lo snodo geografico del territorio dell’impero, l’arte, i mosaici, l’ “Africa fatta schiava”, il facoltoso padrone di casa”.
E la “romanizzazione” non cede il passo, non scompare, la bellezza non si appanna, si affacciano di continuo nuove scoperte, scenari suggestivi, quella romanizzazione che è l’appunto sul Cesare bisex, per commentare un libro di un genarale che sta facendo parlare di sé; la stessa di quando si “dice” del gladiatore, il mitico Russell Crowe nel leggendario film, che ha insegnato coraggio, forza, dignità e, tra il serio e il faceto, “al mio segnale scatenate l’inferno”. Agli inizi, Roma, dalla pietra parlante del marmoraro di Via Margutta, parlava così: “Ddu bovi, n’aratro e quattro sorchi e de Roma so’ fatti li confini. Quelli che stanno drento so’ romani, quelli che stanno fora so’ burini”. “Dopo, invece, Roma è stata “inclusiva”, anche se a modo suo, ampliando progressivamente la cittadinanza a tutti coloro che abitavano nell’Impero – riprende Crinò – che con il Papato ci consegna Roma la sola ad essere stata capace di ben due idee universali di cui una regge ancora, ci provò anche il fascismo ma andò male”.
Ma Roma è stata sempre anche tanta corruzione, con Tacito che diceva “Roma, dove tutte le brutture convergono e vi fanno scuola”. È ancora vero, come ha dimostrato Mafia capitale, che poi mafia non era ma una gran corruzione sì. Roma ha conquistato il mondo, ma si ritiene la “misura” del mondo: “Io a Roma nun te c’ho mai visto” si dice ancora oggi. Né più né meno di quando Pascarella, in una sua poesia, “La scoperta dell’America”, faceva dire ad un indigeno “io so un servaggio”, in risposta a Colombo che gli chiedeva “e tu chi sei?”. Risposta che implica “Che Roma è il centro del mondo, il “selvaggio” lo “accetta” subito – epiloga Franco Crinò – Roma oggi ancora piena di rifiuti eppure con due milioni di turisti in più, un fascino immenso comunque se la “passi”: Roma si impone sopra ogni cosa, le scoperte sul suo passato servono ai progetti di sviluppo che perseguiamo. Per favorire innovazione, la coesione sociale, la cultura”.