(foto di archivio)
di Redazione
Si è tenuto ieri pomeriggio, presso la sede della Direzione generale dell’ASP di Reggio Calabria in via Diana, un incontro (promosso dal commissario straordinario Brancati), con le organizzazioni sindacali della dirigenza, alla presenza anche del commissario ad acta per il Piano di Rientro della Regione Calabria, Scura.
L’intersindacale della dirigenza medica e veterinaria alla conclusione dei lavori, ha letto e consegnato un documento che, “evidenzia la posizione sindacale nei confronti delle problematiche presenti, auspicando l’intervento del commissario ad acta, indicandone le soluzioni in merito”.
DI SEGUITO RIPORTIAMO IL CITATO DOCUMENTO:
INTERSINDACALE DIRIGENZA MEDICA E VETERINARIA
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE
REGGIO CALABRIA
Reggio Calabria, li 01/09/2016
Oggetto: incontro Commissario ad Acta per il piano di rientro Regione Calabria, ing. Scura
L’intersindacale della dirigenza medica e veterinaria, spontaneamente costituitasi presso l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, composta da:
FED. FASSID – FED. ANPO/FIALS/ASCOTI – CGIL—ANAAO – FVM – AAROI – FESMED – CIMO, salutano il Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito pubblico della Regione Calabria e ringraziano il commissario straordinario dell’ASP di Reggio Calabria, per l’invito all’incontro odierno.
Discutere oggi sulla situazione finanziaria ed organizzativa dell’ASP, è impresa assai ardua anche per le diverse interpretazioni fino ad oggi fornite da super esperti sull’effettivo ammontare del debito aziendale, il susseguirsi di mega dirigenti e commissari straordinari inviati ad hoc dai vertici regionali e ministeriali, quali il Ministero della Salute ed il Ministero dell’Interno, anche per ipotesi di infiltrazioni mafiose che in passato, hanno comportato lo scioglimento dell’ASP e che successivamente, sono stati revocati per scadenza di mandato o dall’Autorità giudiziaria per carenza o vizi normativi.
L’ASP di Reggio Calabria, fortemente falcidiata dai tagli imposti dal Piano di Rientro e totalmente ridimensionata per l’enorme numero di pensionamenti avvenuti in questi ultimi anni, con le sole e poche risorse, umane e strumentali oramai in dotazione, si trova a fronteggiare la richiesta di salute del territorio continuando a pagare un prezzo troppo caro in termini di organizzazione dei servizi per il prolungamento della fase di commissariamento, troppo lunga e palesemente del tutto inutile.
A distanza di sette anni dall’inizio del commissariamento, con grande rammarico ed assoluta impotenza, si continua ad osservare che i problemi e le criticità caratterizzanti una gestione ai limiti della tollerabilità e sicuramente fallimentare, sono rimasti tali e quali e che il disavanzo della spesa pubblica continua incessantemente a crescere, con i livelli essenziali di assistenza che continuano a mantenersi al di sotto dello standard nazionale.
Il freno alla spesa sanitaria imposto dal Piano di Rientro continua a determinare un incremento delle criticità, particolarmente evidenti nella gestione delle urgenze, dove reparti dell’area dell’emergenza, dell’area medica e chirurgica d’urgenza nel momento in cui sono chiamate a garantire l’erogazione in urgenza, spesso, non si trovano nelle condizioni di poter fronteggiare l’evento in emergenza.
E che dire dei Pronto soccorso che vengono sistematicamente presi d’assalto per richieste di assistenza in urgenza o di ricovero, dove per carenza di posti letto disponibili o per inefficienza delle strutture di supporto dovuta all’obsolescenza tecnologica e spesso per l’indisponibilità dei mezzi di trasporto in caso di trasferimento in altri ospedali,permangono parcheggiati presso gli stessi locali di astanteria.
Per non parlare della medicina del territorio che non riesce ancora ad integrarsi con l’assistenza ospedaliera, la mancata attivazione dell’assistenza domiciliare integrata e gli sforzi compiuti dagli operatori della prevenzione per continuare a garantire i compiti propri d’istituto con i pochi mezzi a disposizione e, tra l’altro, la salvaguardia della catena alimentare.
Abbiamo assistito passivamente all’intervento illuminante di organi tecnici quali AGENAS, KPMG, del super-tecnico a 600 euro al giorno pagati con i contributi della gente di Calabria ma che a nulla sono valsi se non ad incrementare il debito pubblico, anche se la cosa non ha interessato nessuno, neanche gli Organi preposti in questioni di vigilanza e controllo della gestione amministrativa.
Tanto, chi può va a farsi curare altrove, dove può trovare strutture efficienti ed in grado di risolvere i problemi di salute con competenza, con il massimo livello di efficientamento tecnologico e di confort alberghiero.
Per di più, a fronte dello sfascio del sistema sanitario calabrese, affidato spesso a manager non al top della efficienza manageriale, circondati a loro volta da dirigenti aziendali arroccati da decenni sempre sulle stesse poltrone, contrariamente alle disposizioni e determinazioni della Struttura nazionale per l’anticorruzione e sistematicamente richiamati dal responsabile anticorruzione aziendale e che per anni, hanno determinato sprechi incredibili ed una pessima gestione amministrativa ai limiti, se non al di fuori, della legalità, assistiamo alla permanenza di dirigenti spesso imputati dalle Procure della Repubblica per reati connessi a mala-gestione ma che continuano imperterriti a gestire la sanità con l’assoluta indifferenza dei vertici regionali ed a cui vengono riconosciuti lauti compensi economici per gli incarichi assegnati, magari, con procedure non perfettamente regolari ovvero nomine talvolta illegali.
Riteniamo, pertanto, di dovere indicare la necessità di un cambio di tendenza, una sorta di rivoluzione copernicana nella gestione della salute pubblica regionale: la rivoluzione del sistema sanitario deve partire dal concetto che la gestione e l’organizzazione della salute deve essere affidata a medici preparati ed esperti in questioni di gestione ed organizzazione sanitaria e produrre nel contempo, l’immediato azzeramento degli attuali vertici dirigenziali.
E’ nella periferia del palazzo che si eroga quotidianamente la salute, nelle cosiddette zone di frontiera: essa viene garantita dai medici del Pronto soccorso, dei reparti di rianimazione, di chirurgia d’urgenza, di traumatologia, dialisi, cardiologia, ecc., in quelle strutture, quindi, dove sistematicamente i cittadini calabresi si rivolgono e trovano, spesso, le risposte sanitarie adeguate al loro bisogno di salute grazie allo spirito di altruismo, professionalità ed umanità che caratterizza quel che oggi rappresenta l’unica vera ricchezza e patrimonio aziendale: il medico.
E a questa figura professionale, che rimane spesso nel dimenticatoio allorquando bisogna riconoscere e dare un senso all’attività svolta spesso in condizioni di assoluta precarietà e solitudine, che bisogna consegnare le redini della gestione della sanità fornendo, nel contempo, quel giusto riscontro giuridico, economico e istituzionale necessario a fornire la dovuta motivazione al senso comune di essere medico ed in quanto tale, in grado di gestire in forma diretta la sanità.
Conferimento immediato, quindi, degli incarichi e rotazione degli stessi, incentivazione con sistema premiante sganciato dalla pressione politica ma legato esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi assegnati nel sacrosanto rispetto dei LEA, maggiori risorse a chi si impegna quotidianamente a garantire l’assistenza sanitaria anche a garanzia del miglioramento continuo della qualità delle prestazioni.
In applicazione della delibera n. 372/2015 dell’ASP, occorre ancora oggi procedere alla revoca immediata di nomine ed incarichi fiduciari in ottemperanza della Legge regionale n.13/2005 che prevede la decadenza di tutte le nomine fiduciarie in concomitanza con la nomina dei direttori generali delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie, e provvedere all’immediato accantonamento degli inetti, di coloro che sono rimasti coinvolti in reati contro la Pubblica Amministrazione o risultano indagati per truffa.
Si fa affidamento, pertanto, alla sensibilità del Sig. Commissario ad Acta affinché l’appello lanciato oggi dall’intersindacale della dirigenza medica e veterinaria possa trovare la giusta approvazione e la contestuale, rapida, applicazione, al fine di tentare di modificare un modello di sanità regionale inefficiente, che continua a gravare ancor più sulle misere tasche dei cittadini calabresi e che possa rappresentare seriamente l’estremo tentativo per un efficiente servizio sanitario regionale, dal momento che il Tavolo Adduce proietta la nostra Regione al penultimo posto in Italia per i Livelli Essenziali di Assistenza.
F.to:
FASSID-Area SIMET(Nucera)- FEDERAZIONE ANPO-ASCOTI FIALS (Rondanini)- ANAAO-ASSOMED (Serranò)- FPCGIL MEDICI (Loschiavo)- FESMED (Bova)- AAROI (Iannizzi)- CIMO (Geraci)- FVM (Gurnari)