R. & P.
Nella seduta di mercoledì 15 maggio scorso, la Commissione Affari Sociali della Camera, ha discusso il Decreto Legge 35/2019 del Ministro Grillo, il cosiddetto Decreto Calabria, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della nostra regione. I cittadini calabresi, in questi anni di lungo commissariamento, ma anche di scontro tra poteri Istituzionali, hanno già pagato un prezzo durissimo senza che fossero raggiunti gli obiettivi del Piano di rientro. Il decreto, proposto ed approvato in Commissione alla Camera, con l’introduzione di strumenti straordinari, accentua ulteriormente il potere sostitutivo del Governo nei confronti della Regione, esautorandola dalle sue prerogative di programmazione e di gestione per un arco temporale di 18 mesi. Il nostro auspicio è che quanto messo in atto possa dare una svolta a tutto il sistema ma, purtroppo, da come si è partiti, non ci sono elementi che lascino ben sperare.
C’è da dire che, da un Decreto recante misure emergenziali, sarebbe stato legittimo aspettarsi un piano straordinario d’interventi sull’ inadeguatezza strutturale e sull’innovazione tecnologica dei nostri ospedali, in relazione anche a quelle che sono state le considerazioni del Ministro Grillo riguardo agli “ospedali da incubo”. Nessun finanziamento aggiuntivo è previsto nel decreto. Per quanto riguarda l’assunzione di nuovo personale, considerata da tutti la principale emergenza del sistema sanitario calabrese, sono stati necessari due giorni di dibattito e la presentazione di numerosi emendamenti da parte di tutti i parlamentari calabresi di opposizione, in particolare molto opportuni quelli presentati dall’On. Antonio Viscomi, per superare il blocco automatico del turnover previsto dall’Accordo Stato-Regioni in materia. Se non si fosse ottenuto questo risultato, la Calabria non avrebbe potuto garantire i livelli essenziali di assistenza, così come già evidenziato dal Movimento nei precedenti documenti approfonditi sull’argomento. É prevalso il buon senso e la norma introdotta è stata anche estesa a tutte le altre Regioni in Piano di rientro. Adesso dobbiamo aspettare che il decreto venga trasformato in legge e che venga predisposto dal Commissario ad acta un nuovo piano delle assunzioni.
Per quanto riguarda i tempi, speriamo che, con gli strumenti individuati dal nuovo decreto, le procedure possano, rispetto al passato, essere velocizzate.
Nell’ Ospedale di Locri, il progressivo depauperamento delle risorse umane, legato anche al blocco del turnover, ha prodotto una situazione insostenibile, che ha obbligato i cittadini di questo territorio a rivolgersi al settore sanitario privato o a strutture sanitarie fuori dalla nostra regione, con inevitabili disagi personali di varia natura, oltre all’aggravio di spesa per mobilità passiva che, in Calabria, è arrivata a circa 300 milioni di euro/anno. Altrettanto gravi sono state le ripercussioni sugli operatori sanitari rimasti in servizio, costretti ad un pesantissimo aggravio di lavoro, al di fuori di ogni regola contrattuale e delle disposizioni europee in materia. Per non parlare della perdita di fiducia dei cittadini, per molti aspetti devastante, i quali, al di là delle oggettive carenze, percepiscono ormai l’Ospedale di Locri non adeguato ai loro bisogni.
Il decreto prevede, inoltre, lo spostamento delle gare per l’acquisizione di beni e servizi, al di sopra della soglia comunitaria, in altre regioni. A nostro modo di vedere, questo crea molta confusione, burocratizza ulteriormente il sistema e umilia un’intera Regione. Non si capisce, poi, a cosa servano dei super commissari, pagati, come prevede il decreto, più di quanto avvenga in altre regioni, se non fossero in grado di garantire la trasparenza delle procedure ed i dovuti controlli.
A parte queste considerazioni specifiche, occorrerebbe, poi, anche ricordare che un sistema complesso ed anche così poco organizzato, come è quello sanitario calabrese, non cambia solo perché qualcuno concepisce e, quindi, impone dall’alto una soluzione progettata allo scopo. Forse la Calabria avrebbe bisogno di soluzioni più partecipate per la realizzazione di un progetto condiviso in grado di migliorare i servizi e renderli sostenibili. Nel frattempo, aspettiamo il decreto salva Calabria.
Locri 21 maggio 2019 Il Movimento Politico LocRinasce