di Giuseppe Caruso*
SIDERNO- A breve parleremo di riforma costituzionale nella sala del nostro consiglio comunale (venerdì sarà fra noi Antonio Baldassarre, Presidente emerito della Corte Costituzionale). L’argomento “tiene banco”, interessa tutti, coinvolge per i suoi risvolti futuri buona parte di noi.
Buona parte ma non tutti.
Provate a chiedere ai disoccupati, ai poveracci, agli immigrati cosa sanno della riforma o ancor meglio, quale sia per loro la cosa più importante. Provate a chiedere alle categorie più deboli se è più importante la riforma o avere, ad esempio, una buona assistenza sanitaria.
Provate a chiedere alla maggioranza dei Calabresi, affamati di lavoro e di quel minimo di condizioni di benessere che sono comuni alle moderne società.
E allora parlare di riforma costituzionale sembra quasi un insulto per chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena.
Sembra. Invece è fondamentale.
La riforma ha la suggestione dell’uomo forte, del maggior potere nelle mani di pochi, del decisionismo; appare all’orizzonte, guarda caso, quando le condizioni di precarietà si fanno sentire, quando il bisogno attanaglia la pancia di molti, di tutti noi forse.
La soluzione non è mai nella rinuncia alla propria sovranità, alla propria rappresentatività ma nel rafforzamento del sistema democratico, nell’affermazione di quei principi di libertà che sino ad oggi, bene o male, sono stati garantiti dalla nostra Costituzione e dal nostro sistema elettorale.
Non bisogna farsi ingannare dalle sirene della sinistra, che non hanno mai perso il vizietto di mentire alla gente, il popolo come lo chiamano loro.
Noi non siamo popolo, siamo singoli individui con gli stessi diritti, con le stesse libertà e ognuno di noi, singolarmente dovrà combattere una severa battaglia per mantenerli, battaglia che inizia con il dire NO il 4 dicembre.
Non si deve credere che la lotta sia fra il conservatorismo, cioè la voglia di conservare tutto quanto è stato negativo del nostro passato e il roseo futuro di Renzi. La lotta è invece fra due visioni diverse del nostro futuro: quella della libertà e quella del progressivo asservimento della gente alle lobby del potere. Fra le due io scelgo la prima e per questo voto NO.
*VOLO