BOVALINO – Prosegue la protesta dei lavoratori della comunità montana dell’Aspromonte Orientale, dopo il Sit-in di protesta a Palazzo Alemanni, la situazione non sembra essere mutata di molto. L’accordo raggiunto lo scorso 16 ottobre, con il presidente della giunta regionale Giuseppe Scopelliti, l’assessore all’agricoltura Michele Trematerra, e il direttore generale della presidenza della giunta Franco Zoccali, inizia a scricchiolare. Il milione e cento mila euro previsti nel bilancio 2012, la cifra necessaria per il pagamento di una mensilità lavorativa ai dipendenti delle venti comunità montane e rispondente la mese di agosto potrebbe non essere liquidata. La preoccupazione, esternataci dai dipendenti, scaturirebbe dall’accertamento della grave situazione economica che interessa l’Ente, ‹‹sulla comunità montana gravano numerosi pignoramenti – spiegano alcuni dipendenti di Aspromonte Orientale›› . Risulterebbero, infatti, acquistate con i fondi Piar, misura 321 annualità 2007-2013 due autoambulanze con lo scopo di creare due presidi nelle aree montane al fine di garantire un servizio alla cittadinanza, ‹‹ma non è stato così – spiegano – le autoambulanze sono ferme nel piazzale da circa cinque mesi››. Un costo di circa cento mila euro e nessun utilizzo, rimangono ferme non per volontà dei dipendenti, ma perché, questo è almeno quello che ci viene riferito, la ditta fornitrice ha richiesto, per vie legali, il pagamento di quanto dovuto. Una situazione a dir poco inconsueta, in quanto per l’acquisto dei mezzi sarebbero stati impiegati fondi europei, soldi che non sono mai arrivati nelle casse della ditta fornitrice. ‹‹Questo – proseguono – è solo uno dei tanti esempi che potrebbero farsi. La nostra preoccupazione adesso è che essendoci una situazione economica estremamente gravosa, e un pignoramento in corso, il soldi che dovrebbero servire per pagare i nostri stipendi, e che per quanto ne sappiamo dovrebbero arrivare a breve, potrebbero essere congelati dal pignoramento. Nelle condizioni in cui siamo non abbiamo né garanzie, né sicurezze››. Ben otto mensilità arretrate, cinque risalenti al 2011, e tre del 2012, e anche nel caso in cui una mensilità venisse erogata, la situazione economica varierebbe di poco. Una situazione di stallo che va avanti dal 2009, ‹‹con stipendi pagati due o tre volte all’anno, noi vogliamo che vengano prese delle decisioni chiare una volta per tutte, devono decidersi e stabilire cosa vogliono fare, così, è certo, non ne possiamo più››. Parole dure, il sentimento principale è la delusione, si definiscono dei relitti costretti a oziare, ‹‹di questa indecisioni i primi a soffrire siamo noi, ci considerano dei nullafacenti, ma non per nostra volontà, sentirsi inutili all’età di 55 anni è terribile. Il nostro desiderio – concludono – è che la Regione si smuova una volta per tutte stabilendo delle linee guida in grado di risollevare le sorti di questo Ente, la nostra richiesta è semplice per questo chiediamo che possano essere utilizziate tutte quelle professionalità esistenti nel nostro settore, questa potrebbe essere una via da seguire, perché ciò che per noi oggi è importante è sentirci utili, vogliamo solo questo››.
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