di Redazione
LOCRI – Nei giorni scorsi, il gruppo consiliare di opposizione “Impegno e Trasparenza-Pd” aveva diffuso una nota stampa per stigmatizzare il clamore mediatico che, a dire dei consiglieri di minoranza, il sindaco Giovanni Calabrese aveva sollevato sul caso delle assenze del personale comunale.
Oggi, il primo cittadino replica con una “lettera aperta” in cui si rivolge direttamente al capogruppo di opposizione Antonio Cavo; una decisione, quella di rivolgersi direttamente al leader della compagine di “Impegno e Trasparenza”, probabilmente dettata (come si evince da un passaggio della “lettera aperta”) dall’invio a Calabrese di un avviso di chiusura indagini da parte della Procura di Locri, che ha indagato sul sindaco in ordine ai contestati reati di diffamazione a mezzo stampa ai danni dello stesso Antonio Cavo e dell’allora consigliere comunale Pino Mammoliti, nel replicare a un’interrogazione presentata da quest’ultimo. Ma tant’è.
Calabrese esordisce proprio rivolgendosi direttamente al capogruppo di opposizione.
«Illustre Consigliere Cavo, ho letto – esordisce la lettera aperta di Calabrese – con molta attenzione la nota del Gruppo di opposizione da Lei rappresentato. Mi dispiace molto apprendere che è rimasto “attonito” per le mie “dichiarazioni” in merito a gravi situazioni che a mio avviso, invece, devono essere rese pubbliche, mentre per Lei devono essere taciute e quindi data giusta copertura a chi invece “abusa” di alcuni istituti che la legge mette a disposizione del pubblico dipendente.
Contrariamente a quello che Lei pensa e sostiene, non mi diverto a veder parlare in termini negativi della mia Città. Per garbo ed educazione non mi sono sottratto alle emittenti presenti in Città mentre non ho esitato, con convinzione, a rinunciare a partecipare a Roma alle prossime puntate dell’Arena di Giletti e Quinta Colonna di Paolo Del Debbio di domenica 31 gennaio e lunedì 1 febbraio. Tale decisione – ha scritto il sindaco di Locri – sia perché il sottoscritto “non ha bisogno di promuovere o cavalcare campagne mediatiche” ed anche per rispetto delle competenti autorità che da circa quindici mesi stanno verificando quanto da me sostenuto in relazione al comportamento di una parte dei dipendenti. Con riferimento alle problematiche della pubblica amministrazione mi sembra di capire che Lei ha la memoria corta. Uno dei motivi – continua Calabrese rivolgendosi a Cavo – delle “premature” dimissioni della “Sua” amministrazione è stato pubblicamente indicato nella “scarsa collaborazione di parte del personale comunale” che, per come affermato dall’On. Lombardo, dopo la presentazione delle dimissioni, ha sempre “cercato di remare contro l’amministrazione comunale, indipendentemente da chi fosse il Sindaco o il colore politico dell’amministrazione”. Altra nota che mi aveva colpito, ma non sorpreso, la circolare del Sindaco Lombardo con la quale invitava “il personale dell’ente ad un comportamento educato nei confronti dei cittadini”. E’ noto a tutti che non ho mai condiviso ed apprezzato l’operato del Sindaco Lombardo, ma ho preso come testamento politico quelle dichiarazioni e quella sua “amarezza” dovuta ad una parte di personale irresponsabile che, con il proprio comportamento, si è reso complice del disastro economico finanziario del Comune di Locri.
Lombardo ha mollato perché non disponibile ad abbassare la testa. Io non abbasso la testa e non mollo. Non la do vinta a chi non ama la Città. Io detesto e contrasto i nemici della Città di Locri. Detesto e contrasto chi non ama Locri e vorrebbe impedirne la rinascita».
Fin qui la prima parte della lettera aperta di Calabrese che, per corroborare la propria tesi, enumera quelli che sono – a suo dire – i risultati del lavoro svolto dalla propria amministrazione proprio per combattere l’assenteismo del personale comunale.
«In questi trenta mesi di amministrazione, grazie all’impegno dell’Assessore al ramo, Raffaele Sainato, molto è stato fatto – ha scritto Calabrese – per ridurre la spesa del personale e per cercare di creare le giuste ed eque condizioni lavorative per tutti attraverso un confronto quotidiano con i dipendenti comunali.
Innanzitutto, è stato “salvato”, con decisione politica e responsabile, il posto di lavoro a 41 dipendenti che la gestione commissariale aveva avviato verso la mobilità. E’ stata rideterminata la dotazione organica – con l’avallo del Ministero dell’Interno-, sono stati effettuati venticinque prepensionamenti, senza figli e figliastri, senza subire “pressioni politiche” ed interferenze varie da parte di nessuno. Provvedimenti fondamentali per il futuro dell’ente, ma purtroppo non ostativi ad atteggiamenti, usi e costumi consolidati nel tempo.
Contrariamente anche a quanto avveniva in passato, si è dato impulso ai numerosi procedimenti disciplinari il cui esito però certo non dipende dalla volontà politica, ma dalla determinazione dei competenti uffici che però, per legge, vestono la stessa casacca degli interessati al procedimento. Immaginabile quindi l’esito».
Quindi, Calabrese stringe ancora di più il cerchio, e con la consueta “verve” spiega che «Il dato che un anno e mezzo addietro ci stupì molto non era quello del comportamento dei noti “fannulloni” che tutti conosciamo, ma lo spropositato numero di assenze per malattia. Nell’anno 2014 ci sono state 1938 giornate di assenza per malattia a fronte di 120 dipendenti. Tutti sanno, nessuno può negarlo, che molti dipendenti utilizzano in modo improprio tale istituto. Infatti, da una recente verifica effettuata sull’anno appena trascorso sorprende che davanti ad una riduzione del personale di circa venticinque unità vi sia un aumento notevole delle giornate di assenza per malattia che si attesta oltre le 2500 giornate. Negli ultimi quattro anni sono state registrate diecimila (10000) giornate di assenza per malattia che, escluse le terapia salvavita e le astensioni obbligatorie, rappresentano in ogni caso un numero da guinness dei primati! Caro Onorevole Capogruppo di opposizione questi purtroppo sono i dati riscontrati, dati oggettivi, dati inconfutabili.
Davanti a questi dati inquietanti, rispondendo alle Sue recenti affermazioni nei miei confronti, mi rivolgo a Lei, che è tanto bravo, colto e preparato, per chiederLe quale potere ha un Sindaco per contrastare tale fenomeno?
“Senza demagogia”, mi dica Lei, che è tanto bravo, colto e preparato, quali dipendenti dovrei fare lavorare considerato che il 50% è assente per malattia; alle assenze aggiungiamo il giusto diritto al godimento delle ferie, le assenze dovute ai permessi sindacali, ai permessi per motivi di studio, ai permessi per donazione del sangue, ai permessi derivanti dalla legge 104/92 – di cui usufruisce il 12% dei nostri dipendenti -, senza dimenticare che il 50% dei dipendenti dell’ufficio tecnico e della polizia municipale gode di limitazioni al lavoro riconosciute dal medico competente».
C’è spazio, infine, per alcune domande finali al proprio avversario politico.
«E mi dica sempre Lei, che è sempre tanto bravo, colto e preparato, come si potrebbe – ha scritto Calabrese rivolgendosi a Cavo – in tale situazione riuscire, per come da Lei indicato, ad “ottenere le prestazioni e l’efficienza che si raggiungono, non a Bolzano o Aosta, ma almeno a Siderno, Roccella o nella media dei comuni calabresi? E mi ricordi Lei che è tanto bravo, colto e preparato, quale proposta avete effettuato ed in cosa consiste la vostra piena collaborazione per una effettiva lotta contro l’assenteismo e l’inefficienza?».
Ma soprattutto, c’è spazio per un passaggio finale in cui si evince una punta di risentimento per l’indagine in corso a carico del primo cittadino.
«Nel salutarla – ha aggiunto Calabrese rivolgendosi a Cavo – Le ricordo che rimango dell’idea che “se non vivi in prima persona una situazione, non puoi giudicarla”. Io davanti a cotanto scempio ho avuto il coraggio di denunciarlo pubblicamente, altri hanno avuto atteggiamento pusillanime e sono andati via. In ogni caso, qualora non avesse gradito le mie esternazioni, come Sua consueta abitudine, sa dove rivolgersi. Sicuramente – ha concluso Calabrese – non saranno le Sue iniziative giudiziarie ad impressionarmi».
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