di Redazione
L’Associazione Gente in Aspromonte ha organizzato per la giornata di domani, domenica 24 novembre, una nuova escursione alle “Torbiere” di Canolo.
Il raduno è previsto alle ore 9,30 a Canolo Nuovo, con partenza alla volta dell’escursione, alle ore 10.
“Tra le montagne di Canolo e Cittanova – si legge nel programma – lungo i rivoli che attraversano grandi pianori, sopravvivono antiche Torbiere: residui di relitti glaciali, classificati da “Natura 2000” e tra le aree S. I. C., che qui si conservano grazie a particolari condizioni climatiche. Stazioni di felci di Osmunda Regalis completano la biodiversità di questi luoghi. L’area dei Piani di Marco, sullo Zomaro, è invece caratterizzata dalla stazione sperimentale di frutti oramai in via di estinzione: mele, pere, noci ed altri frutti dimenticati”.
Descrizione Sentiero
“Dove i graniti cristallini dell’Aspromonte si saldano con le sabbie delle Serre – si legge ancora nel programma pervenuto alla nostra testata – formando terrazzi di origine quaternaria, qui, tra antiche torbiere, sulle montagne di Canolo e Cittanova, lungo uno degli altipiani che caratterizzano la fascia montana del versante tirrenico dell’Aspromonte e della Dorsale della Melia che collega il massiccio aspromontano con le Serre calabresi, inizia la nostra escursione. Allo snodo di Canolo Nuovo, lasceremo la pineta alla nostra sinistra portandoci nei pressi di una piccola depressione che condurrà sul crinale di Piani Maria da dove potremo già ammirare la vallata che spazia in modo spettacolare sulle Dolomiti del Sud in primo piano e Canolo Vecchio, il Borgo di Agnana e la Rocca di Gerace faranno da primo piano allo sfondo della Vallata della fiumara Novito e del mare jonico. Riprenderemo, il percorso, verso una delle nostre mete: i Piani Gulata, qui, un esteso prato ci condurrà lungo i rivoli che attraversano zolle di sfagneta, una rarissima pianta acquatica denominata: Patamogeton polygonifolius, un relitto glaciale che si conserva grazie a particolari condizioni climatiche. Le piante di giunco, che in queste contrade venivano raccolte dai massari ed utilizzate per realizzare i contenitori per la ricotta dette: “fasciedi “. Raggiungeremo, attraversando il Piano Gulata, il rivolo d’acqua del vallone Porcarizio, il toponimo del luogo chiarisce subito l’attività prevalente che anticamente, ed in parte ancora oggi, si svolgeva in queste contrade: l’allevamento dei suini, allo scollinamento saremo accolti da un’interessante stazione di Osmunda Regalis, una rarissima felce sopravvissuta alle ere glaciali che completa la biodiversità di questi luoghi. Lasciato il vallone, siamo ai piani Maschera e la faggeta ci guiderà nella direzione dell’acqua “ da riina”, dove incroceremo la Sp1 che conduce a Gerace. I Piani della Melia (il Piano dei Frassini), segnano gli intrigati confini tra i Comuni di Gerace, Canolo, Antonimina e Cittanova. L’area ha avuto importanza strategica al tempo dell’antica Locri (VII sec. a.C.), perché qui scollinava l’antico Asse Jonio-Tirreno del passo del Mercante e nei pressi erano posti due fortificazioni a presidio degli affacci sullo Jonio a Bragatorto – Coculedi e l’altro a Palazzo a controllo del litorale tirrenico. Il pianoro è dominato dalla grande formazione granitica di Pietra Liso, da qui, ci porteremo sul litorale tirrenico incrociando la strada di Dorsale dove ai Piani di Marco ricade la stazione sperimentale di frutti oramai in via di estinzione: mele, pere, noci ed altri frutti dimenticati. Su questa parte della Dorsale, si trova l’altra Torbiera, anch’essa area di interesse comunitario è indicata tra i siti di “ Natura 2000”. Un caldo e grazioso rifugio di montagna allieterà la nostra sosta. Si riprende, costeggiando la meravigliosa faggeta, che dolcemente condurrà verso un antico pozzo nella direzione del Passo del Mercante prima e quindi al punto di partenza”.