di Gianluca Albanese
SIDERNO – «La televisione, nei decenni della mia carriera, si è evoluta: dal sistema analogico è passata al digitale, di pari passo con tutte le innovazioni tecnologiche. La politica, invece, è rimasta “analogica”, mantenendo i suoi vecchi costumi».
Il direttore di Tele Europa Network Attilio Sabato, intervenuto martedì sera nello spazio culturale “MAG. La ladra di libri” non ha esitato a dire al sua fin dall’inizio del pomeriggio dedicato alla presentazione del libro “Potere e poteri. Nel backstage della politica calabrese” (2016, Luigi Pellegrini Editore).
Tra un ricordo di giganti come Riccardo Misasi e Giacomo Mancini e un approfondimento sui vari “tagliandi della maggioranza” e ribaltoni di una politica regionale in cui spesso «Niente è come appare», Sabato ha parlato davanti a una folta platea composta da esponenti politici di ogni schieramento e giornalisti, tra cui Enzo Romeo di Ten e Carlo Macrì del “Corriere della Sera”.
Accanto a lui, nel ruolo di relatrice, l’ex assessore al Lavoro e al Welfare della Regione Calabria Federica Roccisano che, come sempre, si è espressa senza peli sulla lingua, dicendo che «In questa regione, serve una politica che sappia guardare all’interesse collettivo e non al particolare, al personale, e sono molto contenta di come molta gente mi abbia espresso solidarietà e attestati di stima in un momento come questo in cui non ricopro più cariche pubbliche».
Sabato ha snocciolato aneddoti e curiosità, preannunciato la prossima uscita di un “sequel” del suo libro. Proprio così, presto uscirà un “Potere e poteri 2.0” in cui l’autore, sulla scorta di migliaia di “post” su Facebook e di “tweet” degli attuali maggiorenti politici calabresi, analizzerà l’evoluzione di una politica regionale che «Non si può più limitare alle riunioni segrete nelle stanze degli alberghi e nelle segreterie, ma dovrà sempre di più fare i conti con il confronto diretto coi cittadini che ogni giorno intervengono sui “social network” e questo, forse, è un fatto positivo».
L’autore, rivelando che «Uno dei politici più “social” è sicuramente il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, si è detto fiducioso sul futuro della politica regionale «Perchè nella mia attività quotidiana incontro molti giovani che non sono più disposti ad accettare questo stato di cose, che hanno studiato e lavorano, e che non sono intenzionati a lasciare la propria terra», alludendo anche all’intervento della giovane militante di Marina di Gioiosa Valentina Femia.
E se Pino Mammoliti è stato molto “tranchant” nelle sue esternazioni, scagliandosi contro «Quei politici – ha detto – che non superano la cosiddetta “prova della candela”, in virtù della quale se si accosta il cero all’orecchio sinistro e si soffia sull’orecchio destro, la fiamma si spegne», Federica Roccisano, stimolata dalle domande del moderatore, ha speso parole di elogio verso il suo predecessore Carlo Guccione, che negli anni scorsi veniva utilizzato, in veste di segraterio di partito come “guastatore” nei vari “tagliandi della maggioranza” «E che ora – ha detto la Roccisano – proprio dopo la vicenda che ha costituito il preludio dalla sua esclusione dalla giunta regionale, ha trovato il modo di esprimersi e agire liberamente».
La serata si è conclusa con la lunga teoria di appassionati che si sono fatti autografare dall’autore la copia del libro appena comprato e un monito di Sabato, che ha detto che «Se per arrivare da Cosenza ci ho messo due ore e mezza, la colpa non è sicuramente dei cittadini calabresi, ai quali posso rimproverare solo la mancanza di un’opinione pubblica degna di tal nome nei decenni precedenti (anche sei con l’avvento dei social network qualcosa sta cambiando) ma di una classe politica spesso non all’altezza del compito».