di Simona Ansani
REGGIO CALABRIA – Nelle ultime settimane è stata portata a termine un’intensa attività di controllo da parte del Nucleo Agroalimentare del Comando Provinciale di Reggio Calabria con la collaborazione dei comandi stazione forestali presenti in tutta la provincia, mirata principalmente alla prevenzione e repressione dei crimini agroalimentari, alla tutela del Made in Italy ed al rispetto della rintracciabilità obbligatoria dei prodotti alimentari e delle normative sui prodotti alimentari a denominazione protetta. Sono stati effettuati circa 100 controlli ed irrogate sanzioni amministrative per circa 120.000 €.
I controlli partendo dai punti vendita finali dei prodotti sono stati effettuati a ritroso, fino a risalire al distributore ed all’azienda agroalimentare produttrice. Grazie alle competenze tecniche del personale del Corpo Forestale dello Stato, Forza di Polizia specializzata in campo ambientale ed agroalimentare, le verifiche hanno potuto spaziare tra i vari tipi di prodotti alimentari come l’olio, il vino, le carni ed i prodotti lattiero caseari, nonché sugli ortofrutticoli e le conserve alimentari. Particolare attenzione, infine, è stata posta per i prodotti da forno e di pasticceria. La base di partenza dei controlli ha sempre avuto come inizio la verifica del rintracciabilità obbligatoria degli alimenti ai sensi del Regolamento CE 178/2002, che consente di verificare la reale origine dei prodotti alimentari posti in vendita. Questo permette al personale incaricato di effettuare i controlli di verificare, la reale provenienza e salubrità di una determinata partita alimentare destinata al consumatore finale, nonché tutti gli intermediari commerciali. Ultimata la fase riguardante la rintracciabilità obbligatoria del prodotto preso in esame, sono state prese in considerazione le modalità di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari, che in molti dei controlli effettuati sono risultate carenti o non veritiere non fornendo al consumatore finale delle indicazioni obbligatorie per legge volte a tutelare l’acquirente. L’etichettatura dei prodotti alimentari risulta essere un aspetto sensibile, in quanto, se carente, consente di spacciare un determinato prodotto, magari proveniente dalla Cina o dall’America, come “locale”. Un parte cospicua delle sanzioni hanno colpito le aziende che, con rilevante danno per il consumatore, vendevano prodotti alimentari con usurpazione, imitazione od evocazione di una denominazione protetta. Infatti sfruttando un prodotto a qualità certificata come i prodotti D.O.P. (denominazione di origine protetta), I.G.P. (indicazione geografica protetta), S.T.G. (specialità tradizionale garantita) che richiedono costi di produzione più alti per il rispetto di severi “Disciplinari di produzione” che garantiscono un alta qualità dell’alimento, vengono spesso proposti dei prodotti qualitativamente inferiori, che in questo modo riescono ad essere venduti al consumatore con dei prezzi ben maggiori rispetto al reale valore commerciale. Altro aspetto oggetto dei controlli è stato quello della tutela dei prodotti alimentari italiani, caratterizzati sempre da alti standard qualitativi e di salubrità. La fiducia del consumatore verso i prodotti nazionali è risultato in alcuni casi essere sfruttata da commercianti e produttori senza scrupoli che proponevano prodotti esteri di basso livello qualitativo sfruttando il richiamo all’italianità il così detto “Italian Soundind” con richiami in etichetta o sulla confezione come bandierine tricolore ed altri segni distintivi nazionali.