C’è, c’è sempre stata e ci sarà questo balzello al punto che immancabilmente sorge spontaneo l’interrogativo se nessuno, ai piani superiori della politica, può o vuole fermare quello che è un vero e proprio mercanteggiamento su libri, diari, astucci, zaini, dizionari e chi più ne ha più ne metta, con quel senso di impotenza che assale le famiglie proprio in questo, strabenedetto, mese. “Ci sarebbe da intervenire – spiega Assoutenti – su quegli istituti scolastici che sistematicamente sforano con i tetti di spesa in precedenza stabiliti dal Ministero”
di Antonio Baldari
Ma quant’è bello Settembre! Ma pure quanto ci costa! Eh sì perché appena scatta il primo giorno che meteorologicamente ci fa varcare la soglia della stagione autunnale, come d’incanto scattano gli ormai soliti aumenti un po’ dappertutto: luce, gas, benzina, sempre quasi una sorta di “rosario” abituale sgranato dagli utenti che se lo aspettano con estrema rigorosità, ed arrivano, caspita se arrivano!, gli aumenti, ivi compresi quelli della scuola.
Che contemplano una vera e propria “tassa sulla scuola” che definire puntuale “come un orologio svizzero” è il volere usare un eufemismo, perché c’è, c’è sempre stata e ci sarà questo balzello al punto che immancabilmente sorge spontaneo l’interrogativo se nessuno, ai piani superiori della politica, può o vuole fermare quello che è un vero e proprio mercanteggiamento su libri, diari, astucci, zaini, dizionari e chi più ne ha più ne metta, con quel senso di impotenza che assale le famiglie proprio in questo, strabenedetto, mese in cui sono sempre più vittime di inevitabili rincari. O evitabili?
Certo è che papà e mamme vengono oltremodo presi per le tasche, in considerazione del fatto che è anche una questione psicologica, se si vuole, perché si sa che, ai propri figli, non si vuole far mancare niente; o, per meglio dire, si vuole far avere il meglio del meglio, volendo entrare assolutamente in competizione con il compagnetto e/o la compagnetta che hanno lo zaino di ultimo grido; il diario di ultimo grido, l’astuccio di ultimo grido e mio figlio non deve avercelo pure tutto questo? Ma ancora meglio! E già, ancora meglio, perché non comprarglielo? E a gridare, in ultima analisi, è il portafogli!
Che si ritrova vuoto come non mai, come del resto ha diffuso nei giorni scorsi Assoutenti in relazione alle prime stime del cosiddetto “caro scuola”, che ha visto una media compresa tra il più 8/più 10 per cento per ogni studente, con i prodotti di cartoleria che hanno fatto segnare una percentuale pari al 9,2 per cento in più, su base annua, motivato dal rincaro delle materie prime e da una maggiorazione dei costi di produzione: ragion per cui, trovandosi a dover comprare ex novo, una famiglia si è ritrovata a spendere cinquanta euro in più rispetto allo scorso anno.
Che sembrerebbe poco in rapporto alla cifra, che però fa lievitare decisamente il numero, a tre cifre, se si guarda ai libri di testo, con ben trecento euro ad alunno per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado, ex scuola media, ed addirittura il doppio, seicento euro, andando alla scuola secondaria di secondo grado, ex scuola superiore; non rimangono, quindi, che i “mercatini dell’usato” così come “Ci sarebbe da intervenire – spiega Assoutenti – su quegli istituti scolastici che sistematicamente sforano con i tetti di spesa in precedenza stabiliti dal Ministero”.