Jannick ha piegato il rivale, ormai ridotto al lumicino delle proprie energie, facendo esplodere di gioia all’unisono gli Italiani d’Australia e tutti gli Italiani che respirano nel globo terracqueo, e non solo di tennis; ai ringraziamenti e saluti donati sui titoli di coda ci è piaciuta molto la citazione per i suoi genitori, che Sinner ha inteso lodare “per avermi lasciato “libero”. Mamma Siglinde e papà Hanspeter, Vielen Dank!
di Antonio Baldari (foto Ansa.it)
Esattamente due mesi fa egli volava alto nel cielo di Malaga spagnola, con la sua fluente chioma rossa, per conquistare il tetto del mondo insieme ai suoi compagni e per un successo che l’Italia riassaporava dopo ben 47 anni; oggi Jannick Sinner si è gioiosamente librato nella notte di Melbourne australiana per vincere il suo primo trofeo del cosiddetto “Grande Slam”.
Che è stato il primo assoluto di un italiano nella storia della competizione dei canguri con la racchetta, piegando colui che gli sta davanti nel ranking mondiale, al 3° posto, il russo Daniil Medvedev che pregustava la sua prima vittoria in terra d’Australia dopo aver messo in saccoccia i primi due sets con egual punteggio 6-3, 6-3. Non faceva però i conti, il rognoso Med, con l’azzurro campione del mondo.
Che si è tanto fortificato nei muscoli da non sembrare un Hulk “de noantri”, quello no, però adesso non crolla fisicamente strada facendo, ed in special modo Jannick si sta temprando molto nella testa, mentalmente, al contempo acquisendo pure tanta esperienza; ci si scommette ciò che si vuole su quanti l’avevano dato per sconfitto dopo poco più di un’ora di giuoco!
O, per meglio dire, ci si scommette ciò che si vuole su quanti l’avrebbero dato per vincente, e quindi al quinto set, con quell’animale da racchetta qual è il ventisettenne moscovita, che ha un palmares di tutto riguardo, con ben venti titoli Atp vinti in carriera, oltre ad avere battuto lo stesso Sinner per ben sei volte (contro le tre del bolzanino di San Candido, ndr).
Insomma, tutto lasciava presagire l’epilogo più scontato dopo il perentorio, sia pur parziale, 2-0 medvedeviano e invece… E invece il Sinner campione del mondo si è confermato con un perfetto tris, 6-4, 6-4, 6-3, riuscendo ad acquisire nel proprio repertorio il primo slam del suo sin qui giovane ma bellissimo curriculum dopo circa quarantotto anni dall’ultimo passato alla Storia del BelPaese, nel 1976, con il Roland Garros di Adriano Panatta.
Jannick ha piegato il rivale, ormai ridotto al lumicino delle proprie energie, facendo esplodere di gioia all’unisono gli Italiani d’Australia e tutti gli Italiani che respirano nel globo terracqueo, e non solo di tennis; ai ringraziamenti e saluti donati sui titoli di coda ci è piaciuta molto la citazione per i suoi genitori, che Sinner ha inteso lodare “per avermi lasciato “libero”.
Evidenziando, quindi, un Sinner “sociologo”, che ha esaltato questo aspetto del tutto personale, sottolineando come “sarebbe bello che tutti i bambini avessero i genitori che ho avuto io”; certamente sì, caro Jannick, sarebbe davvero bello soprattutto perché significherebbe che potremmo avere a disposizione altri campioni a disposizione, e non solo nel tennis, giacché è proprio nella libertà, essendo se stessi, che si comincia a vincere.
Avanti così, grande Jannick! E…grazie, ci beiamo nel dirlo pure noi, mamma Singlinde e papà Hanspeter, Vielen Dank!