di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Siamo abituati a pensare alle barriere come a un ostacolo fisico che ci impedisce di muoverci liberamente; siamo facilitati a riconoscere una disabilità fisica perché evidente, ma cosa facciamo quando ci troviamo davanti a qualcuno che non vede, non sente, non agisce come noi? Tra tutte le disabilità, la sindrome autistica è forse quella che conosciamo e comprendiamo meno, è quella che come società più ci spaventa e che non siamo in grado di gestire. Si è fatta strada, per troppo tempo, l’idea errata che l’autismo fosse una responsabilità solo di chi ne è affetto e della sua famiglia e solo dopo anni, oggi stiamo iniziando a capire che ogni famiglia, ogni persona affetta da autismo è soprattutto un affare nostro e come società, come comunità abbiamo l’obbligo di fare qualcosa. Ma cosa? Ogni piccolo cambiamento purché possa avvenire, deve avere un input, uno stimolo, la volontà di fare qualcosa di tangibile. Da questa volontà di fare, di creare nasce l’incontro tra Maria Rita Canova, Garante della Persona Disabile del comune di Bovalino ed Enrico Fantaguzzi fondatore di Linkaut autismi senza frontiere la prima rete d’imprese di servizi e di pubblici esercizi formati ad accettare e gestire la diversità affiancando a essa la prima community on-line dedicata alle famiglie di persone affette da autismo. Enrico è il padre di Tommaso, un ragazzo con sindrome dell’autismo che ha compreso fin da subito come la difficoltà più grande per queste persone e le loro famiglie è l’impatto con la società, una società che solo nel 2015 ha riconosciuto con l’emanazione della prima legge sull’autismo la necessità di un impegno collettivo. Oggi, in Italia ci sono circa seicento mila casi di autismo certificati e sei milioni di persone coinvolte a livello familiare, numeri enormi che coinvolgono ogni strato della società, che permeano nel tessuto pubblico e in quello privato. Milioni di persone costrette a vivere in un mondo chiuso, ovattato, in una “prigione” che le famiglie per paura e sconforto costruiscono attorno ai loro figli. Questo perché azioni semplici, comuni, quotidiane diventano montagne ripide da scalare per chi è affetto da autismo e per chi vive con loro questa condizione.Sulla scia di queste considerazioni, dall’intuizione di Daniela Zavaglia fondatrice dell’associazione “Per Noi e dopo di Noi” con sede a Bianco, dalla volontà del Garante per la persona disabile, attiva nel comune di Bovalino solo da qualche mese, e con il supporto dell’amministrazione comunale è nata idea di realizzare una partnership con Likaut. “È fondamentale muoversi in maniera pragmatica e con incisione su problematiche che non risparmiano certo il nostro territorio – ha spiegato la Garante Maria Rita Canova – ma che anzi, proprio a causa della mancanza di strutture e personale specializzato si trova a dover affrontare il gap con le regioni del nord d’Italia.”. Da qui la volontà di creare nel comune della Locride il primo Linkaut-land del sud Italia, dove esercizi commerciali, presidi medici, spazi ludici siano adeguatamente formati “per costruire tutti insieme una società più accogliente e consapevole delle esigenze di tutti”. Un primo passo ieri, quando nella sala consiliare del comune di Bovalino Enrico Fantaguzzi ha parlato davanti a un pubblico numeroso e attento del progetto, coinvolgendo ed emozionando i partecipanti. “Vedere molte delle persone presenti con le lacrime agli occhi mi ha emozionato – ha concluso la Garante per la Persona Disabile Maria Rita Canova – guardare i miei concittadini così interessati e presenti mi ha dato ancora più forza e la sicurezza che è da qui che dobbiamo partire per migliorare il luogo in cui viviamo per noi e per i nostri figli, perché solo attraverso l’informazione e la formazione possiamo creare una società accogliente, in grado di fare della diversità la sua forza”.