Le procedure amministrative per l’avvio di una impresa, il business plan e poi simulazioni. Chiuso il progetto del Comitato per l’imprenditorialità femminile: «Puntiamo a creare lavoro di qualità»
R. & P.
Sfatare i falsi miti che disincentivano i giovani a cimentarsi in percorsi di autoimprenditorialità. È con questo obiettivo che il comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia ha avviato un ciclo di incontri formativi rivolto alle quinte classi degli istituti superiori che ieri è giunto a conclusione. Quattro giornate interamente dedicate all’orientamento attraverso confronti, dibattiti e testimonianze da parte di chi il mondo imprenditoriale lo vive tutti i giorni. Ad essere coinvolte nel progetto denominato “Se mi mettessi in proprio” le studentesse dell’Istituto d’Istruzione Superiore De Nobili di Catanzaro che hanno così avuto l’opportunità di riflettere su cosa realmente significhi e comporti avviare una propria attività imprenditoriale.
Durante le quattro giornate di formazione, le componenti del comitato hanno illustrato alle studentesse le procedure amministrative richieste per l’avvio di una impresa, hanno evidenziato l’importanza e le modalità di realizzazione di un business plan, è stato spiegato il ruolo della Camera di Commercio e la funzione svolta dalle associazioni di categoria in seno all’ente camerale. Nel corso delle giornate di approfondimento e orientamento si sono svolte anche simulazioni per mettere in pratica le nozioni teoriche.
Gli incontri hanno registrato un vivo coinvolgimento da parte delle studentesse stimolando un confronto a più voci sulle opportunità offerte ma anche sui rischi connessi ai percorsi di autoimprenditorialità. Oltre alle testimonianze dirette di imprenditrici, ognuna per il proprio settore d’interesse, hanno portato il loro contributo l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Catanzaro Antonio Borelli, l’assessore alle Pari Opportunità e Cultura Donatella Monteverdi e l’assessore alla Pubblica Istruzione Nunzio Belcaro.
Tra le studentesse che hanno partecipato con vivo interesse al progetto anche Marica Costa, giovane diversamente abile a cui il comitato per l’imprenditorialità femminile assieme alla Camera di Commercio ha deciso di donare un volume celebrativo del 150° anniversario dalla nascita dell’ente camerale. Tale iniziativa si inserisce nel vasto programma di attività deliberato dal comitato per l’imprenditorialità femminile che mira ad accrescere la consapevolezza delle giovani donne e orientarle verso percorsi di formazione e lavorativi in linea con le proprie passioni e inclinazioni fornendo strumenti utili ad incrementare l’occupazione e l’imprenditorialità femminile.
«Educare i giovani a intraprendere percorsi di autoimprenditorialità è un nostro preciso dovere e lo è ancora di più nell’attuale contesto storico e territoriale» commenta la presidente del comitato Antonella Mancuso.
«Simili attività rappresentano il principale veicolo per la creazione di nuova occupazione, ma occupazione di qualità. Mettersi in proprio richiede attitudini, conoscenze e competenze che non si possono improvvisare e che tirano in gioco particolari doti personali da individuare e far emergere in corso d’opera. Fare impresa è un percorso in cui ci si può cimentare ma valutando con attenzione rischi e opportunità: a partire dall’analisi dell’idea imprenditoriale alla redazione del business plan, alla ricerca delle fonti di finanziamento fino allo sviluppo dell’idea imprenditoriale. Non secondaria è una corretta valutazione del valore che l’impresa può apportare in termini di sviluppo economico, occupazionale e riqualificazione territoriale. Proseguiremo nella proficua collaborazione già avviata con gli istituti scolastici – conclude Mancuso – perché è da qui che può partire una vera rivoluzione nel modo di approcciarsi al mondo delle imprese e del lavoro e che speriamo possa rappresentare il primo passo per porre le condizioni affinché i nostri giovani siano invogliati a rimanere nella nostra terra, e non più costretti a fuggire».