di Domenico Vestito*
In queste ultime ore la minoranza consiliare sta spacciando per “verità rivelata” una sentenza di un Giudice di Pace di Locri, in materia di autovelox, che in realtà altro non è che un insulto al diritto e alla civiltà giuridica. Un “mostro giuridico”. Una sentenza carente di contenuti, ma ricca, ricchissima di preconcetti ideologici. Comprendiamo perché piace così tanto all’opposizione, perché riprende, in toto, le loro osservazioni riportate in consiglio.
Prima di procedere oltre, però, occorre sgomberare il campo da un equivoco. Questa pronuncia si pone in controtendenza con altre, emesse da altri giudici del medesimo ufficio, che, al contrario, danno pienamente ragione al Comune di Marina di Gioiosa Ionica.
Ovviamente faremo valere i nostri diritti impugnando, davanti a magistrati togati, questa sentenza. Oggi, però, ci preme evidenziare come il giudicante abbia veramente commesso errori grossolani, sposando una tesi politica. La pronuncia, infatti, presenta carenze macroscopiche e ignora i più elementari principi costituzionali che regolano la giurisdizione nel nostro ordinamento. Siamo veramente all’assurdo. Un giudice di pace (magistrato ordinario) si arroga il diritto di disapplicare una determinazione dirigenziale della Pubblica Amministrazione, come tale soggetta esclusivamente al vaglio del giudice amministrativo. Detto questo detto tutto. Senza contare le valutazioni di carattere ideologico e parasociologico a base della motivazione.
Per queste ragioni confermiamo quanto abbiamo anticipato. L’intenzione, cioè, di inoltrare un formale esposto agli organi disciplinari della magistratura (Ministro della Giustizia, Procuratore generale presso la Corte di Cassazione e Consiglio Superiore della Magistratura), valutando le iniziative per difendere l’onorabilità e l’immagine del Comune di Marina di Gioiosa Ionica.
*: sindaco di Marina di Gioiosa Ionica