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Si è tenuto oggi un incontro, presso la sede della Conferenza a Roma, tra il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala – delegato della Conferenza per il Coordinamento antimafia e legalità – e il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà – delegato Anci per la gestione dei beni confiscati alle mafie – finalizzato alla predisposizione di un piano comune per la valorizzazione e l’utilizzo dei beni e delle aziende sottratti alla criminalità organizzata.
Il Coordinamento della Conferenza, in accordo con l’Anbsc (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), già nei mesi scorsi è giunto ad una priva approvazione di uno Schema di proposta di legge regionale da portare e far approvare in tutti i Consigli regionali. Proprio in quest’ottica è apparsa naturale la necessità di un raccordo con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, potendo essere i Comuni i primi destinatari delle assegnazioni per il riuso di queste risorse.
“Quello di oggi è un primo incontro conoscitivo di confronto con Anci dello Schema-tipo di proposta di legge regionale per la valorizzazione ed il riutilizzo di beni ed aziende sequestrati e confiscati, approvato dall’Assemblea Plenaria della Conferenza il 26 giugno 2020, su proposta del Coordinamento delle Commissioni e degli Osservatori regionali sul Contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità”. Così il Presidente Cicala, a margine dell’incontro. “Coordinamento che – ha proseguito Cicala – ha inteso agire, sin dalla sua istituzione avvenuta nel luglio 2018, sul fronte dell’armonizzazione legislativa regionale allo scopo di uniformare il più possibile nel tempo la normativa e le iniziative per il contrasto alle mafie e la diffusione della legalità su tutto il territorio nazionale”.
“Sul tema del riutilizzo dei beni confiscati serve anche un approccio culturale – ha spiegato Falcomatà – bisogna sostenere gli amministratori locali nel percorso della riassegnazione, soprattutto nelle realtà più piccole, dove si hanno più difficoltà e spesso i Comuni nemmeno richiedono l’utilizzo di questi beni, interrompendo di fatto il circuito virtuoso previsto dalla Rognoni – La Torre”.
“Un tema da affrontare inoltre è quello delle ristrutturazioni dei beni, che spesso arrivano ai Comuni senza agibilità, non completati o in stato di degrado. A questo potrebbe essere destinata una percentuale del FUG, fondo unico della giustizia, dove confluiscono i capitali confiscati che in questo modo rimarrebbero almeno in parte sul territorio. Ed allo stesso modo potrebbero essere reimpiegati come sostegno a quelle imprese del territorio che, dopo la confisca, rimangono in piedi gestite dai lavoratori in forma cooperativa, ma faticano a rimanere sul mercato”.
L’incontro dà il via ad un dialogo e collaborazione tra Anci e Conferenza dei consigli regionali che potrà consentire un percorso condiviso su priorità di intervento per la restituzione alla collettività dei beni confiscati focalizzando l’attenzione al supporto agli Enti Locali sulle problematiche di maggiore rilievo che gli stessi beni presentano. L’Anci da tempo sta lavorando sul tema e da diversi anni ha portato all’attenzione delle istituzioni competenti un pacchetto di proposte che possano consentire un concreto ed efficace riutilizzo dei beni, a fronte di criticità esistenti sulle quali è necessario intervenire. La condivisione di queste proposte anche con le regioni è di fondamentale importanza da portare all’attenzione del Governo. Appare ormai chiaro come sia necessario il supporto ai Comuni specie per i piccoli Comuni che si trovano destinatari di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata che presentano diverse e importanti criticità nonché l’importanza di dotarsi di nuovi strumenti per i beni aziendali: Su questi temi si è avviata una collaborazione per lavorare insieme ad una proposta congiunta, con azioni dirette, fin da subito, di supporto informativo e formativo agli enti locali.
“In questo momento e con l’arrivo dei contributi del programma Next Generation EU – ha concluso Cicala – questi beni possono rappresentare una doppia rinascita: l’avvio di attività lecite creando nuovo sviluppo ed occupazione e segnare la rinascita anche da questo tempo sospeso causa pandemia da Covid 19. Siamo sicuri di aver gettato ottime basi per una fruttuosa collaborazione, sempre orientata al miglioramento della vita dei cittadini onesti”.