*di Paolo Turtoro
Abbiamo salutato l’anno appena trascorso con la farsa di sindaci dimissionari e solerti, poi, nel ritirarle e tra questi non è mancato il “big” calabrese, il sindaco Lucano di Riace, l’uomo che ha fatto della politica dell’accoglienza il fulcro del suo mandato e che, nonostante il nostro omaggio di circa un mese fa (gli abbiamo inviato il libro “Il Campo dei Santi”), continua a sostenere imperterrito che per la ripopolazione ed il rilancio economico di piccoli paesi ci sia bisogno di immigrati.
L’ostinazione in questa sua politica distruttiva dell’identità del territorio è la conferma che non ha compreso il contenuto del libro e che non si mantiene informato sull’operato di altri suoi colleghi che, al contrario di lui, non cercano consensi pomposi ma preferiscono onorare il loro mandato nel rispetto dei propri elettori e della propria terra. A tal proposito lo invitiamo a documentarsi sulla piacevole ed interessante, nonché condivisibilissima, iniziativa del piccolo Comune calabrese di Conflenti (CZ) che si appresta ad avviare un progetto (“Progetto Laboratorio di idee”) per la valorizzazione dei borghi antichi e la riscoperta di tradizioni e cultura coadiuvato persino dall’Università di Venezia e da illustri professionisti. Un progetto suddiviso in varie fasi che prevede, oltre allo studio ed alla riscoperta del territorio, anche il coinvolgimento dei cittadini, degli operatori, delle associazioni locali e delle istituzioni interessate, per una loro partecipazione attiva al programma di rinascita del borgo.
Un progetto, quindi, che nasce da un’analisi della realtà calabrese e in particolare del territorio di Conflenti, incentrata sulla necessità di intercettare i bisogni e le problematiche del territorio e soprattutto di trovare risposte adeguate, valorizzando competenze e risorse locali.
Sono questi gli esempi da emulare poiché non abbiamo bisogno di sostituzioni etniche ma di innamorarci ed avere motivi validi per non abbandonare i nostri luoghi natii, abbiamo bisogno di valorizzare e non degradare la nostra storia, abbiamo bisogno di riscoprire e divulgare la nostra cultura e le nostre tradizioni e non di mortificarle sull’altare dell’affarismo politico mascherato da umanitarismo ipocrita.
:*Portavoce Regionale
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA