DAL DEPUTATO DEMETRIO BATTAGLIA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Si sta discutendo in questi giorni delle società in house della Regione Calabria ed, in particolar modo, delle varie forme con cui sono stati assunti centinaia di giovani calabresi, per la realizzazione di diversi progetti. La questione risale nel tempo.
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L’ingerenza della politica e, quindi, la lottizzazione o la raccomandazione o, se si vuole, la segnalazione, è una storia che ha riguardato il Centro-sinistra, quando ha governato e, naturalmente, in questi ultimi anni, il Centro-destra, con puntate di trasversalismo bipartisan a seconda della simpatia personale di cui godevano i singoli soggetti, anche quando non si trovavano al governo.
Dire che nel reclutamento non ci sia stata interferenza politica significa, perciò, operare una sottovalutazione profonda del fenomeno e negare, spesso, la verità. Per affrontare il futuro, oggi è necessario, da parte di tutti, avviare una sincera autocritica sul passato , non fermandosi solo al fenomeno dei contratti stipulati con persone più o meno meritevoli e capaci, in una terra povera come la Calabria. I contratti sono conseguenza di progetti ideati nell’ambito della programmazione regionale più ampia. Questi progetti sono stati realmente utili per la Calabria? Francamente, credo di no, anche se hanno procurato “sollievo” a migliaia di giovani che, nell’ultimo decennio, si sono succeduti per progettare, gestire e rendicontare i programmi attivati dalla Regione con le varie Società. L’attuale governo regionale dovrebbe, a mio giudizio, porsi la questione e tentare di superarla realizzando, se possibile, progetti strutturali ed abbandonando le cattive pratiche fin qui imperanti. Inoltre, la Giunta regionale dovrebbe attuare concretamente, entro pochi mesi, il riordino degli enti subregionali, previsto dalle leggi della Regione Calabria nn. 24 e 25/2013. La Calabria non può più aspettare la realizzazione di riforme così indispensabili! Razionalizzando le società in house ed implementando progetti autenticamente utili, si può ripartire con procedure di selezione che impediscano a tutti di continuare l’opera lottizzatrice, consentendo ai giovani calabresi meritevoli, di lavorare prescindendo dal voto che hanno accordato o che accorderanno.