di Adelina B. Scorda
BENESTARE – Tutti presenti all’appello, o quasi, un’assenza quella di don Rigobert all’assise pubblica di questa sera a Benestare, facile da intuire, supportata però dal sindaco Rosario Rocca che in una conversazione precedente al consiglio, ha chiesto al parroco di non partecipare all’assise se non fosse stato completamente sereno. Un invito dovuto se si pensa a quanto accaduto a Don Rigo meno di una settimana fa. E se pur l’assise abbia avuto come unico argomento la solidarietà al parroco, vittima di un atto doloso, il civico consesso aperto alla cittadinanza è stato soprattutto un modo per discutere apertamente della grave situazione criminosa che sta colpendo Benestare.
Molteplici interventi in particolare di cittadini, hanno caratterizzato il consiglio che si è protratto per circa due ore e al quale hanno preso parte oltre a tutta l’amministrazione, minoranza compresa, il sindaco di Canolo, Rosita Femia, il sindaco di Bovalino Masino Mittiga,il sindaco di Gerace Giuseppe Varacalli, il presidente di Assocomuni Giuseppe Strangio, il presidente del comitato dei sindaci Giorgio Imperitura, le forze di polizia rappresentate dal commissario Arcidiacono, il comando dei carabinieri, rappresentate dal comandante Orfei. Improntate su una linea di rigore le parole del vicesindaco Domenico Mantegna che hanno dato il là all’intera assise, che riconoscendo sì la non esistenza di un concreto locale di ‘ndrangheta dell’intero territorio comunale, ha affermato la presenza di una mafiosità dilagante che rischia di schiacciare l’intero comune. <<Il nostro parroco non lotta contro la mafia come è stato dichiarato erroneamente da qualche giornalista – ha dichiarato Mantegna -né tantomeno quanto accaduto a Don Rigo può essere riconducibile all’omicidio di Alfredo Izzo come è dichiarato in qualche servizio televisivo, Don Rigo – ha proseguito – è un parroco che con la sua attività pastorale fa scoprire e riscoprire ai nostri ragazzi e a noi cittadini a volte intorpiditi il valore di essere comunità. Solo attraverso un’azione sinergica fra scuola, chiesa e associazionismo possiamo realizzare iniziative e percorsi tesi alla legalità e al rispetto. Non dobbiamo difenderci da boss ma da pochissime persone che vivendo di ignoranza e di teppismo, aspirano al bieco comando dell’io faccio ciò che voglio>>. Questa la mentalità da combattere, che pur non collegandosi direttamente al doppio mondo ‘ndranghetistico dalla sua cultura trova ispirazione. Un’importante decisione è stata presa questa sera dai membri del consiglio che approvando all’unanimità una proposta del sindaco Rosario Rocca, hanno deciso di costituirsi come parte civile anche nei processi che verranno aperti contro i responsabili degli atti delinquenziali. Una proposta che nasce dal desiderio di vedere i cittadini risarciti. Un atto concreto, dunque, che l’amministrazione guidata da Rocca da stasera si appresta a compiere e che interpreta i desideri di molti dei cittadini intervenuti per chiedere risposte tangibili. Uno per tutti l’intervento di Franco Blefari, che ha espresso in poche parole il pensiero e il timore di tutti i presenti <<credo che la prossima volta che qualcuno di noi subirà un furto o vedrà la sua auto bruciare ci ritroveremo di nuovo qui a esprimere solidarietà, senza che nulla realmente sia cambiato se non ci apprestiamo a fare qualcosa di reale. Per questo voglio chiedere a questa amministrazione e alle forze dell’ordine cosa hanno intenzione di fare per fermare questa escalation di atti criminali>>. Impossibile non fare riferimento alla video sorveglianza per la quale il comune ha chiesto un finanziamento tramite i Pon sicurezza, contributo che Benestare non ha ricevuto, ciò nonostante proseguendo anche l’opera lasciata dalla precedente amministrazione sta tentando di ottenere. I continui incontri in prefettura lo testimoniano, <<intanto noi possiamo e dobbiamo fare qualcosa – ha dichiarato in chiusura Rocca – questa è ormai diventata una guerra dichiarata fra coscienza democratica e mentalità mafiosa, Se vogliamo riconoscerci in questo stato che rappresenta l’esatto opposto di quel fenomeno che sta creando panico a Benestare perché non sarà una cosca di ‘ndrangheta a dominare nel nostro territorio ma sempre antistato è, perché attraverso questi atti non si fa altro che sovvertire gli ordini democraticamente costituiti. Ho pensato di dimettermi perché credevo che forse un rappresentante designata dalla prefettura avrebbe gestito meglio questa situazione complessa, poi ho pensato che tanti cittadini hanno il diritto di essere rappresentati la loro libertà limitata e lesa ha bisogno di essere rappresentata. Quello che noi possiamo fare oggi è continuare a mantenere alta l’attenzione su questo territorio>>