di Adelina B. Scorda
BENESTARE – Dopo l’ ennesimo atto intimidatorio perpetrato ai danni del Comune, della sua famiglia e della sua persona, in quanto sindaco di Benestare, Rosario Rocca decide di dimettersi dalla carica di primo cittadino. Con una lettera inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati, al Prefetto di Reggio Calabria, al Presidente del consiglio comunale e al consiglio comunale di Benestare dichiara le dimissioni irrevocabili.
“Con estremo dolore e rammarico – dichiara Rocca nella lettera – ho deciso di porre fine al mio mandato. Lo stato di isolamento e di abbandono in cui versa il nostro territorio, dimenticato volutamente e tragicamente da uno Stato sordo e assenteista, non mi consente più di rappresentare dignitosamente la mia gente. Né ritengo di averne più la forza, dopo anni d resistenza isolata (e inascoltata) al malaffare, alla criminalità e alla burocrazia autoreferenziale”. S’interrompe bruscamente il mandato di Rosario Rocca a meno di un anno dalla fine naturale del quinquennio amministrativo, una decisione che passerà anche attraverso la maggioranza che proprio in questo momento si è riunita per discutere dell’accaduto. A essere incendiata, infatti, non solo l’auto del sindaco ma anche i mezzi comunali. Secondo una prima dinamica dell’accaduto gli autori dell’incendio avrebbero prima sottratto circa settanta litri di liquido infiammabile dall’autocompattatore comunale che si trovava, come di consuetudine, parcheggiato all’ex deposito della Gessi Calabro, da li si sarebbero diretti presso l’abitazione del sindaco e, utilizzando parte della benzina, avrebbero appiccato fuoco all’auto, parcheggiata di fronte l’abitazione. Da lì si sarebbero spostati al deposito dei mezzi comunali, che si trova esattamente nella strada adiacente al comune, (nello stesso stabile al piano rialzato c’è la guardia medica). Entrati nel deposito, dopo aver, forse, rotto una finestra, avrebbero tentato di dar fuoco anche alla Fiat Punto blu, l’auto istituzionale del comune e al Porter, il furgoncino che il Comune utilizza per piccole opere di manutenzione ordinaria. Quest’ultimo, un tentativo andato male, probabilmente perché il tempestivo intervento delle forze dell’ordine e il movimento che si era già creato in paese, non hanno permesso agli autori dell’atto intimidatorio di continuare ad agire indisturbati. Sul luogo sono intervenuti i Vigili del fuoco, i carabinieri della stazione di Careri e i carabinieri della Compagnia di Locri che attualmente coordinano le indagini. Un processo lungo quello che ha investito Benestare iniziato con una microcriminalità che ha colpito prima i cittadini, per poi spostarsi verso chi il potere legale lo rappresenta, lo difende. C’era, dunque, da aspettarselo? Per qualcuno forse si, “questo – dichiara Rosamaria Scoleri coordinatrice insieme a Walter De Fiores del Circolo Sel Locride – , è solo l’ultimo gesto di una mentalità mafiosa e di una criminalità che ormai ha preso il sopravvento. Il marcio a Benestare, come in ogni altro comune, c’è sempre stato , ma da un anno e mezzo a questa parte sembra quasi aver preso il sopravvento, rendendo la vita qui a Benestare invivibile. Il paese sembra essere ormai in mano loro e anche le forze istituzionale che dovrebbero proteggerci, o almeno collaborare affinché si possa mettere la parola fine a tutto questo, non hanno dimostrato l’attenzione dovuta”. “I continui viaggi in Prefettura negli ultimi due anni – dichiara il Sindaco – non condotto a nulla, non ho mai ricevuto risposte. I continui “No” e i“Poi vedremo” alla video sorveglianza, alla Caserma, le richieste di maggiori controlli, non hanno portato a nulla, se non all’ennesimo atto intimidatorio, non tanto a me in quanto Rosario Rocca, ma a me in qualità di sindaco che ama e sempre cercato di portare avanti nella legalità questo paese”. Ora non resta solo che attendere per capire se le dimissione consegnate avranno realmente valore irrevocabile o se la lotta intraprese dal Sindaco Rocca continuerà ancora più ardente di prima.