di Walter De Fiores
BENESTARE- A Benestare, com’è noto da tempo, il fenomeno dell’accoglienza e dell’aggregazione è saldamente un fattore imprescindibile di vita sociale. Benestare ormai ha assunto il significato di integrazione, visione e vicinanza al mondo, specie al terzo mondo, più di ogni altro paese della Locride e forse di tutta la Calabria.
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Non a caso si può definire assieme a Riace, il paese dell’accoglienza. Benestare non è quella che per lunghi periodi di tempo i giornali e i media nazionali hanno raccontato in seguito a vicende derivanti da atti di delinquenza, perchè fuoriesce da quell’ottica di luoghi malavitosi dove si soffoca di criminalità.
Benestare è tutt’altro, basta visitarlo per capire che si respira tutta un’altra aria. Aria pura, è questo il significato del termine Ariaporu che è il nome di questa comunità di ragazzi, di questo centro d’accoglienza per minori, che pochi giorni fa ha avuto un bellissimo riconoscimento. Infatti nella graduatoria SPRAR il Comune di Benastare si è posizionato ben 12°, appena dopo comuni come Lamezia Terme, Mazzarino, Rieti, Carmiano, Roma, luoghi dove i progetti di accoglienza esistono da molti anni e con strutture molto all’avanguardia, a differenza di Benestare dove da tre anni si è data vita a questa bellissima realtà.
Con l’inserimento in questa speciale classifica il Comune dell’entroterra locrideo avrà la possibilità di ampliare il suo centro di accoglienza e di poter dar occupazione (ben 10 i posti a disposizione) ai cittadini benestaresi. Un risultato storico per Benestare che gli permetterà di proseguire in questo progetto fino al 2017, quindi grazie ad un finanziamento già attribuito, l’accoglienza per almeno altri tre anni a Benestare sarà garantita.
Non esiste solo il centro d’accoglienza per minori, ma il Comune di Benestare, grazie all’ottimo operato svolto dall’assessore Mantegna, ha accolto anche adulti e famiglie, per un complessivo di 25 migranti di varie nazionalità, Nigeria, Mali, Gambia, Egitto. L’ultimo lieto arrivo infatti risale a pochi giorni fa e riguarda una bellissima famiglia di egiziani con due bambini di 5 e 2 anni, che sono stati accolti in un clima di solidarietà e amore difficile da constatare in altri posti, specie nella Locride.
Sono passati ormai tre anni dall’instaurazione di questo progetto e nonostante le difficoltà che si palesano in iniziative del genere, la sfida può considerarsi vinta e l’orgoglio per tale risultato non si manifesta soltanto da parte dell’Amministrazione Comunale, ma da parte di tutta la cittadinanza. Una sfida vinta, anche e soprattutto, attraverso l’operato dei 12 dipendenti e collaboratori del centro, che giornalmente danno accoglienza a questi minori e lo fanno con lo spirito giusto, quello che mette in campo la passione e l’amore per il prossimo, finalizzato alla solidarietà e alla comunione tra le varie nazionalità presenti nella comunità.
Le attività che si svolgono all’interno del centro Ariaporu, sono innumerevoli, dall’insegnamento fondamentale della lingua italiana, ai laboratori, sono presenti, infatti, anche mediatori culturali, cuochi, insegnanti, e molte altre figure indispensabili per portare avanti progetti di questo tipo. Tutto ciò avviene insieme, ed è questa la parola indispensabile, vitale e basilare, che dà vita a fenomeni come questi. Il condividere un pasto allo stesso tavolo tra ragazzi di varie etnie e culture, il giocare, lo studiare assieme sta alla base di tutto, e vederli comunicare, scherzare, sorridere e divertirsi tutti insieme non fa bene solo agli occhi, ma anche all’anima, perché dà la netta sensazione che un mondo diverso, lontano dalle guerre, dalle privazioni, dalle barbarie, dalle difficoltà economiche e sociali è possibile.
Tutto ciò avviene, ed è questo la cosa straordinaria, nonostante quelle leggi che l’Italia possiede e sembra voler possedere, come la Bossi-Fini, che non fa altro che aumentare la clandestinità ed impedisce anche a velocizzare quell’aspetto burocratico come i permessi di soggiorno, le carta d’identità, le tessere sanitaria e così via. Tutto ciò va a rilento come a rilento vanno anche i contribuiti economici da parte del Ministero, fondamentali per mantenere in vita questi progetti. Si può dire, senza ombra di dubbio, che Benestare è diventata in questi tre anni, il punto di riferimento per tutta la Calabria e non solo per la Locride, lo è grazie a tutti coloro che operano per nome e per conto della comunità Ariaporu.
Soffermandoci a parlare con chi più di tutti ha sposato questa causa con passione e sentimento, ovvero l’avvocato Mantegna, vicesindaco con delega alle politiche sociali, ci descrive il quadro della meravigliosa situazione che vive la comunità benestarese. Alla domanda cosa ha spinto, lui e il suo comune ad applicare questo tipo di politica, indirizzata alla solidarietà e all’accoglienza ci risponde così: “Solo la passione politica può spingerti a promuovere un progetto di accoglienza.Tutto questo lo si deve a questa Amministrazione Comunale che 3 anni fa, ha osato in nome di ideali alti realizzare un’utopia, infatti da inesperti nel settore abbiamo deciso di gettarci in questa sfida, e oggi posso dichiarare che quell’utopia si è concretamente realizzata e consolidata con l’ingresso nello SPRAR. Quando si affronta il tema delle migrazioni in Italia si parla di filo spinato, campi, respingimenti, clandestinità, naufragi, morti, prigioni. Quando si scrive Benestare oggi si legge finalmente solidarietà, case, vestiti, dottori, scuole, uguaglianza. La strage di Lampedusa ha scatenato un’ondata di pietismo disgustoso. Il buonismo uccide, non serve la “bontà”, servono diritti”.
Quale diritto più di tutti?
”In questo caso il diritto principe” – ci dice Mantegna- quello alla vita. I migranti sono considerati numeri, non esseri umani. I progetti di accoglienza devono servire non solo a dare una possibilità a migliaia di persone, ma anche a conquistare quei diritti che servono a molte più persone. Solo così possiamo concepire quello che stiamo realizzando”.
Chi più di tutti, dopo quest’ultimo successo, sente di ringraziare maggiormente?
“Tutto ciò e merito di una straordinaria equipe di lavoro estremamente professionale e competente, infatti mi preme ringraziare tutti coloro, operatori e volontari, che ci stanno e ci hanno supportato sin dalla fase iniziale di questa esperienza, a chi ci ha donato vestiti e alimenti o semplicemente un sorriso di apprezzamento per la scelta fatta”.
Il vicesindaco conclude con queste parole: “Vorrei solo dire “restiamo umani” e accogliamo dignitosamente chi cerca una nuova vita lontano dalla guerra e dalla miseria”.