di Adelina B. Scorda
BENESTARE – Se c’è un modo diverso di festeggiare il Natale, da quel fuggi fuggi generale che spinge alla ricerca dell’ultimo regalo fatto per dovere e non per donare, a quella assenza di atmosfera dolce e frizzante che rende tutti, anche solo per poco più sereni e felici, Benestare l’ha trovato.
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Un ritorno alle radici, al passato, nella chiesa di San Antonio e San Giuseppe, la confraternita, la cooperativa Pathos e l’amministrazione comunale hanno ospitato il concerto “Facimu Natala” di Francesca Prestia, cantastorie, così ama definirsi, catanzarese.
La preghiera e la benedizione del parroco, i saluti del sindaco hanno aperto di fatto due ore di musica e parole, di racconti, di storia e di cultura che l’artista Francesca Prestia, accompagnata da una magnifica orchestra, ha saputo con eleganza e umorismo presentare ad un pubblico variegato e attento. Ma ad assistere al concerto non c’era solo la benestare classica, quella a cui ancora siamo abituati a pensare, ad applaudire Francesca Prestia, a condividere la festa del Natale, c’era tutta la comunità africana o meglio la comunità afro-benestarese, esempio che una comunità quando sa accogliere, sa integrare e integrarsi è in grado di aprirsi a nuovi orizzonti, nuove culture apprezzandole, prendendo ciò che di buono hanno da offrire e insegnare. Così anche la religione che in troppi angoli del mondo divide e uccide, nel piccolo paese di Benestare, unisce, crea aggregazione, amicizia e condivisione.
In quest’atmosfera tutta natalizia ben s’inserisce la riflessione dell’artista Francesca Prestia: “vedere dei volti bianchi insieme a dei volti neri ricorda la bellezza nel vedere la Madonna nera col Gesù bambino nero e la Madonna col bambino così come siamo abituati a vederla. Benestare è l’esempio che la condivisione, le trazioni e le tipicità del calabrese sono vive, vive nei vostri volti, nei gesti, nelle abitudini, molto del nostro passato è scomparso ma l’essenza della nostra terrà la vedo rivivere in questa splendida comunità”.
Prima che lo spettacolo inizi, c’è ancora tempo per un altro, piccolo, ma significativo intervento, si fanno spazio le poche e semplici parole di un ragazzo africano che ha voluto condividere una preghiera e alcune semplici riflessioni con tutta la comunità benestare: “Voglio ringraziare Benestare che con gentilezza ci ha accolto e aiutato e ha permesso che il progetto d’accoglienza possa andare avanti. Che Dio vi benedica”.
Una comunità vivace, mista e quasi perfettamente integrata ha fatto da cornice alle storie e le musiche rigorosamente dialettali cantate, ballare e raccontate da Francesca Prestia. Il suo viaggio, un po’ anche nostro, nel cuore di Calabria passa attraverso nomi che hanno fatto grande la nostra terra. Racconta Nuccio Ordine professore all’Università della Calabria, Carmine Abate, Achille Coluccio, e Saverio Strati. Ognuno di loro una storia, un modo diverso di vivere questa terra, ma con in comune l’amore e la passione di raccontare, gioie e dolori, bellezze e amarezza di una terra particolare come questa. Tarantelle e Ninna nanne accompagnano dolcemente verso la conclusione lasciando il sapore del passato frammisto ad un futuro incerto ma nostro. Insegna Francesca Prestia e non solo per lavoro, lo fa anche questa sera, con poche parole dice: “Solo amando questa terra potremmo proteggerla dal male”.