di Adelina B. Scorda
BENESTARE – Non è stato raggiunto un punto di condivisione unitario al vertice di maggioranza tenutosi questo pomeriggio a Benestare. L’annuncio delle dimissioni del sindaco Rosario Rocca, a seguito dell’atto intimidatorio subito e la conferma avvenuta durante il consiglio comunale aperto lo scorso 5 ottobre hanno naturalmente posto nell’esecutivo il dubbio politico-amministrativo se continuare a credere, o no, in quel progetto, “ Vivere Benestare” che quasi cinque anni fa li portò alla guida del comune. Ancora una volta, il sindaco dimissionario durante la riunione tenutasi fra i membri della maggioranza, ha ribadito la sua decisione di non ritirare le dimissioni anche se, secondo un’indiscrezione Rosario Rocca la sua decisione finale la prenderà in accordo con tutta la maggioranza.
Ribadisce, dal canto suo, le dichiarazione fatte durante il civico consesso pubblico Domenico Mantegna, da qualche giorno sindaco facente funzioni del comune di Benestare e parlando forse più da amico e da cittadino che da politico dice: “ Noi siamo volontari della politica, un gruppo di persone che quattro anni fa ha creduto in un progetto che si chiama “ Vivere Benestare”e io vorrei poter concludere il percorso che abbiamo iniziato, non farlo sarebbe come darla vinta all’antistato. In questi anni abbiamo costruito tanto, tanti i progetti intrapresi, conclusi o che stanno per realizzarsi. I progetti d’accoglienza, il wi-fi comunale, la consegna delle abitazioni popolari, la costituzione come parte civile nel processi di mafia abbiamo rotto i rapporti con le ditte prive dei certificati antimafia, solo per citarne alcuni”. Un appello a non mollare, a continuare ad essere squadra, nonostante le vicende degli ultimi mesi abbiamo messo a dura prova la volontà del sindaco a continuare in quella che è la sua “battaglia”. L’incendio all’auto della sorella a sole 24 ore dalle politiche, elezione in cui il sindaco stesso era candidato con Sel alla corsa per la camera dei deputati. E poi numerosi gli eventi criminali che hanno caratterizzato negativamente la vita del Comune, i furti che si sono susseguiti nell’ultimo anno quasi a cadenza mensile, l’incendio all’auto del parroco Elengui Rigoubert e per finire ai mezzi del comune. Una situazione per cui il sindaco e l’amministrazione avevano tentato di chiedere aiuto e supporto alle istituzioni che però si sono dimostrate sorde. I no ricevuti in questi anni, no alla videosorveglianza, no a un presidio maggiore sul territorio, hanno forse, condotto a quest’ultimo atto di cui non si conosce ancora l’epilogo. Già perché, se pur Rosario Rocca abbia più volte e con decisione ribadito al sua volontà di lasciare, dall’altro lato un messaggio fra le righe a chi ricopre ruoli alti di potere l’ha lanciato. “Che le istituzioni facciano sentire la loro presenza – dichiara Rocca – io ho fatto il sindaco onorando giorno dopo giorno la fascia tricolore, con sacrificio e dedizione e la mia decisione scaturisce proprio da questo: non essere più nelle condizioni di difendere, sostenere uno Stato assente, non posso, non possiamo, però, essere l’unico presidio dello Stato presente sul territorio”. Se non ci saranno entro breve, dunque, risposte concrete da parte del governo centrale allora l’amministrazione benestarese rimarrà ferma sulla sua decisione. Il tempo scadrà il 21 ottobre termine ultimo per il ritiro delle dimissioni di Rosario Rocca, ritiro o rientro in pista che interesserà tutta la maggioranza convinta di seguire il suo sindaco, e un precorso, iniziato insieme quasi cinque anni fa.