di Adelina B. Scorda
BIANCO – Potrebbe esser considerato un fenomeno degli ultimi anni, l’afflusso di frotte di disperati provenienti dalla parte meno fortunata di questo emisfero, forse perché ora più che allora si fa sentire con maggiore vigore, nelle sue accezioni pratiche, la problematica riguardante la loro relativa accoglienza.
Sembrerebbe, inoltre, che il fenomeno nella Locride sia più contenuto rispetto ad altre zone del sud Italia, ma stando ai dati numerici, le cose non starebbero affettivamente così. Già nella seconda metà degli anni ’90 Bianco registrò numerosi sbarchi composti da diverse centinaia di extracomunitari provenienti da varie regioni dell’ex Kurdistan, in particolare rappresentati dai curdi dell’Irak e della Turchia. A questi si sono succeduti altri numerosi sbarchi di uomini e donne provenienti dal Pakistan, dall’India, dall’Africa centrale e settentrionale e dal Medio Oriente. Un computo esatto, Bianco dovrebbe stilarlo a breve, nel quale verranno specificate la consistenza numerica, le nazionalità di provenienza di questi popoli e le tipologie anagrafiche e di genere. “Bianco – ha specificato il sindaco Scordino – è il comune che ha accolto, con il contributo delle associazione di volontariato e le forze dell’ordine ,in questi anni migliaia di profughi. I primi due sbarchi del ’90 superarono le 500 unità e nell’arco degli ultimi mesi significativa è stata l’assistenza fornita dal comune”. Operazioni possibili grazie alla polizia locale e alla presenza sul territorio del centro C.o.m. (centro operativo misto).”È intenzione di questa amministrazione rendere noto all’opinione pubblica l’impegno profuso, delle modalità dell’ospitalità offerta. Un’inclinazione e un’apertura, quella di Bianco, che potrebbe tramutarsi in qualcosa di più duraturo nel tempo trasformando le operazioni di prima accoglienza in un progetto più ad ampio raggio sulla scia di quei comuni locridei che già da qualche tempo (Benestare ,Riace) hanno attivato attraverso lo Sprar i progetti di accoglienza e integrazione”.