BIANCO – Uno dei primi provvedimenti adottati dalla giunta Scordino all’indomani delle elezioni del 2010 fu l’istituzione di un fondo di solidarietà ottenuto attraverso la riduzione del 20% delle indennità spettanti ad assessori e sindaco, regolarizzata dalla delibera 57 del 18 maggio 2010, con la quale si stabiliva che quanto decurtato sarebbe stato inviato, come poi effettivamente avvenuto, in un capitolo del bilancio comunale denominato “solidarietà sociale”.
Successivamente con la delibera numero 90 del 30 giugno 2011 la giunta deliberava di integrare e modificare la delibera precedente, autorizzando il responsabile dell’area economico-finanziaria a riversare su un conto corrente già istituito presso l’ufficio postale di Bianco le somme fino a quel momento accantonate e non liquidate e quelle maturate a favore dei componenti della giunta comunale fino ad eventuale disdetta. A circa un anno di distanza dall’ultima delibera il revisore dei conti rendendosi conto dell’illegittimità dal provvedimento scrive alla giunta e al sindaco affermando: ‹‹Sicuramente l’intento degli amministratori era sempre quello di destinare a scopi sociali il 20% delle loro indennità, forse la rettifica è stata operata per avere maggiore discrezionalità nel disporre delle somme, ma l’iter seguito non è corretto. Difatti – prosegue la lettera – del proprio denaro si può disporre a proprio piacimento, ma del denaro dell’Ente no. Ma, siccome le somme trattenute e confluite nel conto specifico dell’Ente denominato “solidarietà sociale”, diventano somme a disposizione dell’Ente per lo scopo specifico di destinazione la giunta, non può, dopo aver deliberato, richiederle in restituzione e versarle nelle proprie tasche (depositi postali nominativi) e disporne a proprio piacimento. È irregolare››. Da quanto riportato dal revisore dei conti, la giunta dovrebbe riconsegnare nelle casse dell’ente 2.897,02 che risulterebbero in residuo dal capitolo solidarietà sociale e 11.575,85 per il periodo che va da luglio 2011 a dicembre 2012. Questo è quanto afferma il revisore dei conti di Bianco, Antonio Sinopoli, con una nota del 16 gennaio scorso. In merito a quanto dichiarato dal revisore, affermazioni chespingono fino all’appropriazione indebita di fondi comunali, la giunta presieduta dal sindaco Scordino ha inteso fare una serie di precisazioni. ‹‹ Nella nota del revisore – ha spiegato – vengono espressi giudizi e valutazioni inevitabilmente fuorvianti e false allo stato dei fatti, in quanto si tratta di somme provenienti dalla nostra indennità di funzione››. Le motivazioni che hanno spinto sindaco e assessori a deliberare in merito al fondo di solidarietà sociale per una seconda volta nel giugno del 2011 si basava ‹‹Sulla constatazione – sottolinea Scordino – che le somme accantonate nel fondo di solidarietà presentavano alcuni limiti. Innanzitutto non consentiva una fruibilità immediata del denaro necessitando di tempi burocratici prestabiliti e non consentiva inoltre, una facilità di utilizzo, una constatazione avvalorata dalla presenza di un residuo di euro 2.897,02. Nella delibera, infatti – prosegue il sindaco – non si parla più di riduzione né di istituzione di un capitolo, l’intenzione da noi perseguita attraverso la seconda delibera era solo quella di rendere più efficiente e d efficate la fruibilità di quel 20% sottratto dalle nostre indennittà, no clientelare o discriminante ma concreto verso quella parte di cittadinanza che vive condizioni di diasgio sociale e d economico››. Ammette, tuttavia il sindaco una irregolarità nella seconda delibera, ossia ‹‹di pretendere – scrive il revisore – la restituzione di quanto depositato in bilancio ordinando al restituzione delle somme accantonate››, anche ‹‹quelle somme – spiega Scordino – non sono mai state versate nel concto corrente postale, né mai è stato richiesto il loro trasferimento, contrastando con l’invito cheil revisore ci porge di restituirte le somme alle casse dell’Ente››. Il cruccio del sindaco e dell’intera giunta, oltre le possibili incomprensioni di forma passa per un’altra via: ‹‹Ma di queste gravi irregolarità non ci poteva e doveva avvisare tempestivamente e non dopo trascorso un anno e mezzo?››. Una domanda che non si limita ad essere posta a mezzo stampa ma che l’intera giunta pone al revisore all’interno di una comunicazione di pochi giorni fa che ad oggi sta attendendo una risposta. Affermazioni queste del sindaco Scordino che trovano una certa veridicità nella riservata ( comunicazione non ufficiale)che il revisore ha inviato al primo cittadino proprio in merito alla questione, rivedendo alcune affermazioni presenti in una prima comunicazione ufficiale. Rimane per il momento aperta la diatriba almeno fino alla prossima missiva.
ADELINA B. SCORDA