di Beatrice Adelina Scorda – Foto e Video di Enzo Lacopo
‹‹Libertà–autonomia–indipendenza- scelta-limitazione-privacy-vita-normalità. Quanti significati sono compresi nella parola “aria”. L’aria come necessità di respiro, l’aria allo stadio, al cinema, al mare. Ma a tesono preclusi e… ti manca l’aria. Sei un testimone di giustizia, sotto scorta, vita blindata, devi chiedere per qualsiasi cosa…e ti senti mancare l’aria››
“Questione di Rispetto. L’impresa di Gaetano Saffioti contro la ‘ndrangheta” è più di un libro è un esercizio di memoria. Perché è proprio questo che ci spinge a fare il libro scritto da Giuseppe Baldessarro, un libro che già nel suo titolo racchiude un significato ambivalente che già in poche parole esprime la forza delle pagine che lo compongono. Non a caso ha ottenuto il premio Paolo Borsellino e non a caso è un libro che pagina dopo pagina scava nella memoria, nella vita di ognuno di noi. Accarezzare le 160 pagine scritte dal giornalista di Repubblica e raccontate del protagonista l’imprenditore della Piana di Gioia Tauro Gaetano Saffioti significa innescare una discussione sul significato di essere calabresi oggi proprio perché ognuna di queste pagine è intrisa di sudore, di coraggio, di paura, di riscatto e di Aria.
Questione di Rispetto. L’impresa di Gaetano Saffioti contro la ‘ndrangheta” è la storia di un uomo, che incontra inconsapevolmente la ‘ndrangheta a soli otto anni, è la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di dire basta, cambiando completamente la sua vita. Perché Gaetano dal 2002 vive sotto scorta assieme alla sua famiglia. Da imprenditore è diventato testimone di giustizia dopo aver denunciato, fatto arrestare e condannare alcuni dei boss più pericolosi della piana di Gioia Tauro. Per anni ha subito le estorsioni, le umiliazioni e le sopraffazioni dei clan della ‘ndrangheta, fino a quando si è ripreso la sua dignità, perché «la dignità non si compra, si conquista e si difende». Ed grazie alla sua testimonianza si svelano tutti i meccanismi illeciti e violenti che tengono sotto scacco gli imprenditori edili che operano nel settore degli appalti pubblici e privati nonché i rapporti capillari che uniscono la Calabria all’Emilia Romagna, passando dalla Toscana e giungendo fino in Liguria. Il libro racconta la paura, la solitudine, la schiavitù dell’anima a cui spesso porta la ribellione; ma anche la solidarietà, la lealtà e il riconoscimento ottenuti da Gaetano Saffioti per il suo impegno civile. Lui che non ha deciso di essere un eroe, e neanche ci si sente, ma ha solo deciso di vivere e morire da uomo libero.
Un’area quella della Piana di Gioia Tauro, specchio di una realtà diffusa e radicata, dove il pizzo può vestire mille abiti ‹‹ha l’abito elegante del favore, quello ammiccante del prezzo gonfiato, o quello conciliante dettato dal quieto vivere. Poi c’è il vestito violento dell’imposizione. . Tanino ne ha viti tanti di quegli abiti da ragazzo, molti altri li avrebbe visti da imprenditore››. E dove anche il senso delle parole “ gli amici” viene piegato a significati meschini ‹‹Gli amici erano quelli che davano gli ordini, gli amici erano quelli che prendevano tutto. Ma amici di chi?›› Si racconta di una mafia dalle mille facce che Giuseppe Baldessarro nella sua carriere da giornalista ha incontrato più volte e di cui è profondo conoscitore. In questo libro scopriamo una mafia silente che si muta in fretta che non fa della violenza la sua arma principale ma che e mettere il vestito elegante, ammiccando e giustificando e interferendo.