di Alessandra Polimeno*
Il documento contabile di Bilancio di previsione, approvato in Giunta e sottoposto al Consiglio provinciale, secondo me avrebbe dovuto sintetizzare e tenere presente tutte le indicazioni pervenute mediante i Consiglieri, che sono l’espressione diretta ed i conoscitori dei loro territori. Ed invece, ancora una volta, il ruolo dei Consiglieri, e della maggioranza che governa questa Provincia, viene inspiegabilmente marginalizzato.
Difatti, non vi è stata alcuna riunione di maggioranza (almeno per far si che le voci restassero veramente inascoltate ma, almeno, avessero la dignità di essere “voce”). Avremmo voluto, cioè, partecipare ad un normale confronto politico, e “perdere” democraticamente, dopo aver discusso, pur con le ristrettezze ormai persistenti che caratterizzano i bilanci degli Enti, riguardo le proposte, le necessità e le urgenze dei nostri territori. Perfino Cesare Augusto ascoltava i suoi senatori, che avevano anche il diritto di porre domande estranee al tema della discussione. Poi decideva ma, se non altro, prima si recava nelle riunioni della Curia Iulia.
In Provincia, al contrario, tutto è avvenuto nella più totale assenza di quello spirito collaborativo che deve unire tutte le componenti organiche. Senza capire, o facendo finta di non capire, che dare attenzione alle esigenze del territorio significa contribuire alla realizzazione di una programmazione, fatta di opere e iniziative, che ha come obiettivo quello di arginare le criticità e le conseguenze negative determinate dalla crisi economica, favorendo – sempre nei limiti dell’attuale bilancio – nuove opportunità occupazionali ed economiche, guardando, ad esempio, con occhio attento al settore turistico e agricolo.
Eppure è giunto il momento di chiamare il tempo ( ..” fuori i secondi ” ) per il termine della legislatura dell’ “ultima” Provincia eletta a suffragio universale, di mettere la memoria in riga ed in pagina i problemi.
La Provincia di Reggio Calabria, guidata dal Presidente Raffa, deve fare un consuntivo della propria azione per verificare il collegamento tra le azioni messe in campo e le trasformazioni richieste dal territorio, per capire l’efficacia delle risposte date a importanti problematiche che in questi anni sono state evidenziate: dalla raccolta differenziata alle isole ecologiche, dalla pulizia delle fiumare alla difesa del suolo, dalla viabilità all’impiantistica sportiva, dalla portualità turistica alle Politiche sociali.
Tutti temi sui quali si sono spese parole che, però, rischiano di perdersi come gocce d’acqua nel mare se non portano significativi cambiamenti nelle rispettive aree di intervento, con il rischio di uno scarso impatto strategico.
Per quanto mi riguarda, facendo tutta la legislatura coerentemente e lealmente in maggioranza (anche se Raffa non ha mai mostrato di accorgersene), si e’ posta ugualmente una questione: vale a dire “la possibilita’ ” (uso questo termine tirato fuori, di recente, da un noto scrittore calabrese parlando della Questione Meridionale) che non ho avuto come consigliere di essere sostenuta adeguatamente dal Presidente per i progetti dei quali mi facevo carico sul territorio.
Concludo convinta di avere operato nel rispetto del ruolo che mi è stato assegnato da chi mi ha incaricato di rappresentarlo.
E’ ovvio che questa mia riflessione non nasce da rivendicazioni di parte (non avrei resistito così a lungo se il senso di responsabilità non mi avesse ancorata al mio impegno politico, anche controcorrente ed in solitudine, a volte). Ma l’onestà intellettuale, la correttezza, il senso di civiltà, l’amore per la vera politica e per la mia terra, vengono prima di ogni autorità ed ogni potere che, troppo spesso, considera il libero pensiero allo strenuo delle eresie.