di Redazione (immagine di repertorio)
BIVONGI – Una scena di ordinaria follia si è consumata ieri a Bivongi: in mattinata un immigrato ospite del progetto Sprar è sceso in strada gridando e brandendo un bastone e un paio di forbici.
I cittadini si sono rivolti al sindaco Felice Valenti che avrebbe cercato di minimizzare l’evento; fortunatamente sono tempestivamente intervenuti i Carabinieri della Stazione di Stilo, che hanno cercato di dissuadere l’esagitato, il quale nel frattempo, si era barricato all’interno della struttura che li ospita. La struttura in questione, è il Centro Enologico per la Valorizzazione del Vino Doc di Bivongi, finanziato dalla Provincia di Reggio Calabria con 300.000 euro per scopi di ricerca e adibito, secondo alcuni in modo improprio, a centro di formazione per i richiedenti asilo.
I residenti nelle abitazioni attigue riferiscono agli organi di stampa che vivono in uno stato di assedio e di paura: le frequenti risse che si svolgono tra immigrati creano allarme sociale, i bambini del quartiere devono essere sempre accompagnati e di giocare all’aria aperta non se ne parla, tanto è il timore dei genitori.
Un episodio, quello di ieri, che ricorda la vicenda di Kabobo, l’immigrato ghanese che armato di piccone, a Milano, nel maggio del 2013, uccise tre persone a sangue freddo.
Per fortuna, a Bivongi non è andata così, ma le perplessità sulla gestione del progetto di accoglienza che fa capo al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati sono costanti.
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