di Adelina B. Scorda
Riprende, dopo la lunga pausa estiva, il processo “Black Garden” che vede imputati fra gli altri l’ex sindaco di Casignana, Pietro Crinò, il fratello dell’ex sindaco, il fratello Antonio Giovanni Crinò, responsabile tecnico della Zetaemme, società che gestiva la discarica, Massimo La Fronte e Giuseppe Saverio Zoccoli, gestore di fatto della discarica.
A sedere al banco dei testimoni solo i due teste dell’accusa: il maresciallo del Noe, Giuseppe Cicero e il collega, sempre maresciallo del Noe, Ernesto Chucurachi, entrambi sottoposti alle domande del pubblico ministero, Sara Ombra, e degli avvocati della difesa. L’udienza di oggi è stata prevalentemente incentrata sulle informative riguardanti le indagini condotte dal Noe in riferimento ai capi d’accusa, nello specifico riguardanti la gestione illecita di rifiuti e lo smaltimento del percolato. A emergere un dato risalente al 2005, anno in cui l’amministrazione comunale non era presieduta da Pietro Crinò ma dall’ex sindaco Mustaca, infatti, secondo quanto riferito dal maresciallo del Noe, Giuseppe Cicero, risulterebbe in quell’anno un abbanco di 569 tonnellate di imballaggi, una tipologia di rifiuto non conferibile in discarica. Ad essere prese in esame anche i verbali e le comunicazioni dell’Arpacal in merito alle criticità presentate dalla discarica di Casignana. Un controesame, quello della difesa, che ha puntato tutto sulle minuzie e sulle probabili incongruenze d’indagini. Ciò che è velatamente trapelato dai banchi della difesa è stata la probabile, se non possibile, sommarietà d’indagine che ha condotto al provvedimento di custodia cautelare per i fratelli Crinò. Un primo passaggio, quest’ultimo, che sarà approfondito nelle successive due udienze fissate dalla corte per il 5 novembre, data in cui verranno ascoltati i testimoni della lista di Antonio Giovanni Crinò e per il 3 dicembre alle ore 15.