R. & P.
Una giornata veramente grandiosa e straordinaria, quella vissuta dal Liceo Scientifico Zaleuco di Locri, guidato dalla dirigente Carmela Rita Serafino, venerdì 21 ottobre, nell’ambito della manifestazione, tenutasi al Palazzo della Cultura, all’insegna della legalità e della memoria, per la premiazione della Borsa di Studio “Fortunato La Rosa”.
Quest’anno, infatti, la cerimonia per l’apertura del nuovo anno scolastico, su impulso dell’Amministrazione locale, nella persona del sindaco Giovanni Calabrese e dell’assessore Domenica Bumbaca, è diventata segno di testimonianza, per tutte le vittime innocenti della mafia degli ultimi quarant’anni, inserendosi, così, come ulteriore tappa dell’Anno della Memoria “Locri ricorda”.
Insieme al ricordo del medico Fortunato La Rosa, a cui è dedicata la borsa di studio, anche quello di Falcone e Borsellino, di Pio la Torre, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del prof. Francesco Panzera e del dott. Gino Marino.
Ad aprire i lavori della manifestazione la giornalista Alessandra Tuzza e la professoressa Anna Maria Mittica, che hanno ringraziato tutti i presenti, dalla rappresentanza scolastica, con studenti, docenti e dirigenti scolastici, alle Forze dell’ordine, al prefetto di Reggio Calabria, dott. Massimo Mariani e a sua Eccellenza mons. Francesco Oliva, vescovo della Diocesi di Locri – Gerace.
Presenti, anche, i parenti delle vittime: Stefania, figlia dell’imprenditore Cecè Grasso; Vittoria Dama, la vedova del brigadiere Nino Marino; Marialaura, figlia del dottor Gino Marino e la famiglia del prof. Francesco Panzera.
Le due moderatrici hanno sottolineato, inoltre, l’importanza, per i ragazzi di tenere presente la realtà della criminalità organizzata, non per fossilizzarsi in un andazzo senza via d’uscita, ma come incentivo di rinascita nella libertà, frutto di una cultura consapevole, aperta al confronto nel dialogo costruttivo.
Il tutto sintetizzato da una citazione di Josè Saramago: “Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità, forse, non meritiamo di esistere”.
Dopo gli intermezzi, eseguiti dai ragazzi del “Mazzini” sulla figura di Pio la Torre e dai ragazzi dello Zaleuco, Irene Aiossa e Francesco Galluzzo, sulle figure di Falcone e Borsellino, è giunto il momento della premiazione, alla presenza della vedova di Fortunato La Rosa, la dott.ssa Viviana Balletta, facente parte della giuria, che ha visto i ragazzi del Liceo Zaleuco, accompagnati dalla dirigente scolastica Serafino, dalla prof.ssa Rosella Fontana e dalla prof.ssa Stella Larosa, occupare i primi tre posti del concorso – borsa di studio.
Primo Posto a Noemi Panetta, classe V A, con l’elaborato “Via Prof. Panzera s.n.c.”. La motivazione, letta dal preside La Rosa, ha sottolineato, del testo, l’eccellente intreccio tra persone e avvenimenti del nostro territorio, con la sapiente intelaiatura del racconto breve, dove la memoria non è fine a se stessa, ma ci aiuta a riflettere, per un’apertura ottimistica ad un mondo migliore.
La targa è stata consegnata dal sindaco Calabrese e dalla vedova Balletta.
Secondo Posto (menzione speciale) a Irene Aiossa, classe V B, con l’elaborato “Un caffè amaro”.
La motivazione, letta dalla professoressa Stella La Rosa, ha sottolineato come il testo ha magistralmente affrontato una realtà drammatica, divenuta emergenza su tutto il territorio nazionale, aprendo a delle considerazioni, proiettate verso un futuro di speranza.
La targa è stata consegnata dall’assessore Bumbaca.
Terzo Posto (menzione speciale) a Domenico Reale, classe V B, con l’elaborato “Separati da un cognome”.
La motivazione, letta dalla professoressa Girolama Polifroni, ne ha messo in evidenza la scorrevolezza compositiva e la ricchezza di riflessioni personali, rendendolo originale nella trama, in quanto affronta il problema mafioso relegandolo in un angolo, in nome dell’ideale universale dell’amicizia tra persone, cresciute, purtroppo, in contesti sociali diversi.
La targa è stata consegnata dall’assessore Bumbaca.
A conclusione della premiazione, la consegna di una targa alla vedova di Fortunato La Rosa e alla figlia del dottor Gino Marino.
Molto incisivo l’intervento del prefetto Di Reggio Calabria, dott. Massimo Mariani, che ha ribadito l’importanza di ricordare certe figure, puntando sul loro esempio, per rendere sicura e libera la terra di Calabria dalla criminalità organizzata.
Profondo, anche l’intervento del vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, mons. Francesco Oliva, che ha voluto suggerire ai giovani di non dimenticare la storia del proprio territorio, di non far finire nell’indifferenza certi eventi tragici, e prendere coscienza che le conseguenze di certe azioni, ancora, ricadono sulle loro vite, ma, anche, che hanno la possibilità di dare linfa nuova a questa terra, fatta di gente laboriosa e valorosa, che non merita di essere infangata da certi fatti.
Non meno interessante è stata l’intervista – dialogo con Stefania Grasso, Marina Dama e Marialaura Marino, dove la testimonianza di vite comuni, stravolte, repentinamente, da violenza efferata, diventa seme di speranza e cambiamento.
Al termine un tributo video al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, saldo esempio di fedeltà alle Istituzioni, con il saluto della figlia Simona e conclusione della manifestazione in musica con il liceo Classico Ivo Oliveti.
Una giornata, quindi, di forte levatura civile e morale, che ha segnato, sicuramente, i giovani presenti, facendoli riflettere su una realtà ancora pesantemente presente, ma che può venire superata dai talenti, dai valori, dalle aspettative, dai sogni, di ciascuno di loro.
I ragazzi del Liceo Scientifico Zaleuco hanno, ancora una volta, dimostrato che i passi giusti, per un futuro territoriale diverso, si possono fare.
E tanti passi, nel rispetto della legalità, formano un sentiero, una strada salda e compatta, percorsa da nuovi cittadini, pronti ad affrontare, a testa alta, le sfide sociali a cui andranno incontro.
“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli” (Carlo Alberto Dalla Chiesa).