di ad. b. sco.
BOVALINO – Le dichiarazioni del Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari in audizione davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, in vista delle elezioni amministrative di giugno non hanno evidenziato condizioni di incandidabilità, ma “controindicazioni” tali da dare molto lavoro alle prefetture”, tanto da rendere necessario un monitoraggio rafforzato della campagna elettorale e dei candidati.
Affermazioni poco rassicuranti che non potevano non provocare una diretta, quasi scontata reazione. Da qui l’ufficiale richiesta di incontro da parte del candidato a sindaco Francesco Gangemi che sui social fa correre una richiesta formale da parte della lista “Impegno e partecipazione”.
“Come potrà immaginare, – si legge – la notizia che nei comuni di Bagnara Calabra, Bovalino e Campo Calabro “i singoli candidati hanno condizioni di candidabilità ed eleggibilità ma quasi tutti sono collegati con soggetti che hanno ‘controindicazioni’, o direttamente o indirettamente…”, sostenendo -tra l’altro- che “Alcuni candidati consiglieri comunali … hanno molte ‘controindicazioni’…” per come sarà certificato con una “…nota riservata alla commissione…”,non solo inquieta chi si accosta alla vita pubblica con nobili intenzioni, ma rischia di gettare nello sconforto un’intera comunità, creando ulteriore discredito e sfiducia nei cittadini, i quali hanno il diritto di sapere le persone e le liste che meritano il consenso elettorale”.
Un diritto sacrosanto, se si considera che il comune di Bovalino ritornerà alle urne dopo tre anni di gestione commissariale, e soprattutto se si sottolinea come dopo Platì, nella Locride, Bovalino sia il secondo caso di sollevamento di incarico da parte del Ministero dell’Interno di una terna commissariale.
Una lunga serie di motivazioni chiariscono l’intento della lettera inviata anche al Ministro dell’Interno e al Presidente della Commissione parlamentare antimafia, tale da sottolineare l’autonomia che la consapevolezza del ruolo e dell’impegno che una candidatura richiede.
Tuttavia, c’è da pensare che forse interesseranno poco al Prefetto, al Ministro e alla Commissione i certificati penali dei candidati o i loro carichi pendenti, e probabilmente la buona fede e il criterio di valutazione utilizzato dal capolista non rientra nelle metodologie utilizzate dalla Prefettura, nonostante la bontà dell’azione “posta – afferma Gangemi – a garanzia di una proposta politica che risultasse, nel metodo e nel merito, coerente con le urgenti istanze della comunità”.
Le dichiarazioni del Prefetto Di Bari, sembrano, inoltre, incontrare l’interesse e la preoccupazione solo di una delle tre liste, Impegno e Partecipazione appunto, in competizione alle amministrative dell’11 giungo. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stato, infatti, declinato dalle altre due liste l’invito a formulare un comunicato congiunto.
Ad essere chiesto a chiare lettere dal candidato a sindaco Francesco Gangemi è di “conoscere se esistono dei soggetti che potrebbero risultare non idonei a ricoprire cariche pubbliche” questo – spiega – per adottare idonee e opportune iniziative”.