R. & P.
Ad una settimana di distanza dall’accredito dei fondi stanziati con Ordinanza n. 658 del Capo Dipartimento della Protezione Civile del 29 marzo 2020, nessun aiuto immediato è ancora arrivato ai nuclei familiari disagiati del nostro Comune. Pur comprendendo le difficoltà oggettive di procedure urgenti e insidiose, tutto ciò è inaccettabile.Eppure si trattava di una Ordinanza che nasceva dall’esigenza forte e urgente di assicurare, in via emergenziale, risorse per interventi di solidarietà alimentare. 400 milioni stanziati dal Governo per l’acquisto di buoni spesa utilizzabili per comprare generi alimentari o per distribuire direttamente e velocemente alle famiglie in grandi difficoltà prodotti di prima necessità. Al nostro Comune sono stati assegnati quasi 80 mila euro.Trattandosi di un’Ordinanza di Protezione Civile, con i requisiti propri dello stato di necessità, le forniture potevano essere acquisite anche in deroga al Codice degli Appalti, senza rendicontazione, con l’obiettivo primario di accelerare al massimo le procedure di spesa. In sole 24 ore dalla firma dell’Ordinanza del Capo della Protezione civile Angelo Borrelli i fondi sono stati accreditati sul conto corrente del Comune, e a distanza di 7 giorni ancora nessun nucleo familiare disagiato è stato raggiunto.Le procedure sono state riempite di burocrazia, perdendo di vista la natura emergenziale dell’Ordinanza della Protezione civile. Si chiede sempre semplificazione, e una volta che viene concessa, in piena emergenza, si inventa inutile burocrazia. Dispiace constatare che non é stato colto lo spirito dell’intervento, che era quello di arrivare subito, il giorno dopo, alle persone con urgente necessità di aiuto, al fine di garantire loro generi alimentari e beni di prima necessità. L’Ordinanza prevedeva che, per l’acquisto e la distribuzione dei beni, i Comuni potevano coordinarsi con gli enti del Terzo Settore attivi nella distribuzione alimentare. Era possibile, ad esempio, stipulare subito una convenzione con la Caritas, delegando a chi affronta quotidianamente queste emergenze l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità, provvedendo contestualmente con tempestività alla distribuzione degli stessi. I Comuni che hanno scelto questa strada li stanno già distribuendo da qualche giorno.Anche sui criteri di assegnazione dei buoni alimentari bisogna fare qualche riflessione. L’Avviso Pubblico ha stabilito dei requisiti di partecipazione che appaiono iniqui e un modulo di domanda in autocertificazione poco chiaro, che sicuramente avrà indotto in errore molte persone, con possibili conseguenze di natura penale, come specificato nello stesso bando. Chi, ad esempio, ha fatto domanda per i bonus da 600 euro erogati dall’INPS non puó chiedere gli aiuti alimentari. Così facendo è stata esclusa di fatto una grande platea di nuclei familiari disagiati, all’interno dei quali sono presenti lavoratori agricoli (anche con soli 51 giorni di lavoro nell’anno 2019), o artigiani e commercianti in oggettive difficoltà davanti alla più grande crisi dal secondo dopoguerra ad oggi. Il bonus, se tutto andrà bene, arriverà tra qualche settimana, e nel frattempo chi non lavora ed é in difficoltà economiche dovrà pur vivere. Dopo aver garantito le urgenze, dando priorità a chi non ha nulla, si poteva consentire in via residuale anche alle altre persone in difficoltà, pur destinatarie di aiuti non ancora erogati, di presentare la domanda per l’assegnazione dei buoni spesa. Nel bando inoltre non viene fatto alcun riferimento al patrimonio finanziario disponibile dei beneficiari. Quindi chi percepisce una indennità inferiore a 500 euro ma ha 10 mila euro di risparmi, che gli consentirebbero di far fronte all’emergenza, ha diritto ai buoni spesa. Chi invece ha un reddito mensile di poco superiore ai 500 euro (come ad esempio un pensionato al minimo che nel 2020 percepisce 515,07 euro), magari con affitto, utenze e rate da pagare, non ha diritto ai buoni spesa.Con PEC inviata in data 31 Marzo 2020 avevamo proposto al Sindaco la costituzione di una apposita Commissione per la valutazione delle domande, con rappresentanti del Terzo Settore e delle Forze dell’Ordine, proprio per garantire equità e trasparenza, ma non abbiamo ricevuto ad oggi alcuna risposta.In vista della Santa Pasqua chiediamo ora al Sindaco, ove si ravvisasse la necessità di ulteriore tempo per la distribuzione dei buoni pasto, di trasferire immediatamente alla Caritas una parte dei fondi destinati all’acquisto di derrate alimentari e di beni di prima necessità, per garantire un dignitoso pasto ed una festività più serena alle famiglie disagiate del nostro Comune, dando priorità ai nuclei familiari con minori e disabili. Non è possibile attendere oltre.
Bovalino, 07/04/2020
Il Presidente del Circolo FdI Bruno Squillaci