di Adelina B. Scorda
BOVALINO – La scoperta di numerose discariche abusive contenenti soprattutto amianto nel territorio di Bovalino ha portato l’esecutivo a emanare un’ordinanza per consentire il censimento del materiale presente al fine di procedere alla messa in sicurezza, smaltimento e bonifica e delle aree compromesse.
Non più tardi del 15 gennaio scorso Lente Locale presentò un servizio nel quale denunciava la presenza sul territorio comunale di Bovalino di due discariche abusive contenenti soprattutto eternit. La prima nel torrente Bonamico, l’altra al torrente Pintammati. Ma sono numerose le zone del comune, fra centro periferia e frazioni dove l’eternit è adagiato sull’asfalto o sull’erba in bella mostra, lì fermo da così tanto tempo da essere diventato parte dell’arredo urbano.
È possibile ritrovalo nei pressi dell’area Coltura, tempo fa alcune foto evidenziavano la presenza di eternit nei cassonetti accanto all’istituto superiore Francesco La Cava, o sul lungomare di Bovalino è sotto gli occhi di tutti la presenza di una tettoia totalmente ricoperta in eternit usurato, osservandola si nota un parte della lastra penzolare, pronta a staccarsi e ad essere portata via dal vento.
Questi solo alcuni esempi di come le lastre d’amianto si trovino in pessima conservazione un po’ ovunque per le vie del comune. Quel che ancora peggio, come evidenziato sempre nel nostro reportage, è la vista dell’eternit abbandonato vicino a zone di pascolo. Preoccupante è la scarsa conoscenza della gente su quanto possa essere nocivo l’amianto se mal conservato.
L’amianto, non sarebbe, infatti pericoloso se integro o inerte, ma quando subisce modifiche del suo status originale; quando ad esempio si spezza o la parte cementizia perde di consistenza e rilascia le fibre di amianto. Sono proprio queste ultime, 1300 volte più sottili di un capello umano, a causare malattie come il mesotelioma pleurico e il carcinoma polmonare. Basta un po’ di vento per far si che le fibrille d’amianto rilasciate dall’eternit sfibrato si spandono per centinaia di metri attorno e in quantità significativa, costituendo un grave rischio per la salute dei cittadini. Non esiste, purtroppo, ad oggi, una “soglia” di sicurezza al di sotto della quale il rischio sia nullo.
Con queste ragioni l’esecutivo di Mittiga ha emesso l’ordinanza: “Considerato che si ritiene necessario e urgente il completamento del processo conoscitivo sulla diffusione dell’amianto nel territorio comunale, al fine di evitare la dispersione di fibre nocive per la salute pubblica e che nessun termine è stato fissato dalla suddetta norma per la comunicazione si ordina a tutti i proprietari d’immobile con coperture in lastre di cemento amianto, a tutti i proprietari di beni immobili nei quali siano presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile, di provvedere a effettuare il censimento”.
Sicuramente un primo passo avanti per risolvere una problematica per certi versi dilagante anche se dei contributi al comune o ai cittadini sarebbero utili per incentivare la pratica di smaltimento di per sé estremamente costosa.
Un’operazione ad oggi fattibile e meno dispendiosa sarebbe la messa in sicurezza delle lastre, ovviamente integre di eternit, attraverso un procedimento che l’incapsulamento con dei prodotti in grado di inglobare le fibre rendendole non nocive alla salute. Un’alternativa valida, qualora le condizioni lo consentissero ( l’integrità delle lastre) e decisamente più economica. Rimane, intanto il problema delle lastre abbandonate nelle fiumare, nei terreni e per strada, qui l’opera necessaria da fare, in tempi strettissimi, è lo smaltimento e la bonifica delle aree.
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