di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Con i soli voti favorevoli della maggioranza viene approvata e resa ufficialmente esecutivo la deliberazione di dissesto economico finanziario del comune di Bovalino.
Non sono mancati momenti di tensione dovuti alla delicatezza della decisione che ha visto divisa su due diverse linee di intervento maggioranza e opposizione.
A relazionare dettagliatamente con atti, cifre e delibere l’assessore al bilancio Maddalena Dattilo che ha sottolineato come la ricognizione del debito sia stata resa ancora più difficile dalle “disattenti inadempienze da parte dei dirigenti delle Unità organizzative del comune. “Infatti – ha specificato l’assessore al bilancio – il quadro complessivo della situazione debitoria, al fine di procedere con dati quanto meno attendibili alla rimodulazione del piano di riequilibrio approvato nel 2013, (dall’amministrazione guidata da Mittiga) si è avuto soltanto il 24 ottobre (la scadenza era fissata per l’8 novembre)”.
Dalle relazioni è risultato che il debito complessivo dell’Ente ammonti a circa 5 milioni di euro. Di questi fanno parte i 2 milioni e 657 ila euro di debito mai rendicontato nei confronti della Regione Calabria per la fornitura idropotabile per il periodo 1985-2004 che. Quest’ultimo debito non fu infatti inserito nel piano di riequilibrio approvato dal Consiglio Comunale nel 2013 “dissimulando – ha proseguito Marilena Dattilo – quella che era la reale situazione dell’Ente”.
UNA PARENTESI SUL DEBITO CON LA REGIONE CALABRIA
Come evidenziato dall’assessore al bilancio “le varie amministrazioni che si sono succedute nel tempo hanno ripetutamente e inspiegabilmente riconosciuto il debito vanificando il tentativo di contrapporre oggi l’intervenuta prescrizione. Tutto ciò è grave – spiega l’assessore – ma ancor più grave è che questo debito non sia stato onorato dalla commissione liquidatrice che si è insediata a seguito della dichiarazione di dissesto finanziario avvenuto nel 1994.
Prima di arrendersi alla necessità di dichiarazione di dissesto, l’amministrazione comunale – spiega l’assessore – è intervenuta presso la regione Calabria, invano però, per evitare il pagamento dei 5 milioni e 732 mila euro, somma che si riferisce alla somministrazione dell’acqua potabile per il periodo decorrente dal 1981 al 2004 sostenendo che somma avrebbe dovuto essere pagata dalla commissione liquidatrice. Non è stato neppure possibile sostenere l’intervenuta prescrizione del diritto della Regione, perché le varie amministrazioni hanno sistematicamente riconosciuto il debito, vanificando il decorso del tempo. La regione ha sostenuto che l’amministrazione con nota del 18.11.98 ha trasmesso delibera della Giunta municipale n 218 nella quale si riconosceva il debito relativamente al periodo 1981/1995 per un importo di quasi 8 miliardi di vecchie lire e con successiva delibera n 175 del 7.10.2003 venivano riconosciuti i debiti nei confronti della regione relativamente al periodo 1981/1997 per un importo di 8 miliardi chiedendone la rateizzazione. Infine con nota del 19.05.2006 la Regione accertava a il debito del comune di Bovalino pari a 6 milioni e 870 mila euro per le forniture idriche dal 1981/2004. Il comune con delibera del 11.12.2007 riconosceva il debito relativamente al periodo 1981-1995,1996-97 e 1998-2004 richiedendo l’abbattimento del debito per il periodo 1981-1995 precedentemente rateizzato con delibera del 9.11.1998. successivamente la Regione diffidava con varie note certificate diffidava l’amministrazione comunale. C’è da aggiungere che la Regione sia nel 2013 che nel settembre del 2014 ha ribadito la sussistenza del debito pari a 6 milioni 870 mila euro. Questo stato di cose ci pone davanti a due gravi inadempienze: la prima è il mancato inserimento del debito idropotabile, nonostante fosse palesemente conosciuto nel piano di riequilibrio che è stato approvato poco dopo e la seconda è il riconoscimento implicito del debito con il pagamento di una parte dello stesso”.
LA CONDIZIONE DELL’ENTE
Una situazione, quella del comune di Bovalino che negli anni è solo peggiorata, infatti il tentativo di ricercare altre vie per la soluzione della condizione debitoria non hanno portato il risultato sperato. Tuttavia una rimodulazione del piano di rientro avrebbe costretto il Comune al pagamento annuo di circa 600 mila euro solo per estinguere debiti e nello specifico (200 mila per l’estinzione dell’attuale debito riconosciuto, che si sarebbero aggiunti ai 199 mila per il disavanzo accertato e altre 200 mila per la rateizzazione del debito idropotabile).
“Una soluzione questa che avrebbe totalmente privato l’ente di ogni possibilità di garantire un minimo di ordinaria amministrazione e (secondo l’organo di revisione) questo stante al perdurare di tutti gli elementi di incertezza circa la massa debitoria esistente e quantificabile essendo inoltre il paino non più rappresentativo della situazione debitoria attuale”
È importante sottolineare che l’approvazione del dissesto finanziario consentirà almeno l’ordinaria amministrazione e un abbattimento dei debiti pari al 50 -60 per cento non comportando ulteriori oneri per il cittadino rispetto a quanto già stabilito con il piano di riequilibrio del 2013 che imponeva già le tariffe e le aliquote nella misura massima.
Una scelta quella di oggi l’unica percorribile, per l’esecutivo e “la più saggia e lungimirante per poter presto uscire dalle difficoltà”. Un’opinione non condivisa dalla minoranza che ha espresso voto contrario alla dichiarazione di dissesto. A preoccupare la minoranza non tanto l’inasprimento della pressione tributaria (in quanto già al massimo livello), quanto l’immagine
negativa che si abbatterà sul comune che finirà nell’elenco dei comuni falliti. “Ciò che preoccupa è la rigidità dell’azione amministrativa futura”
rigidità che secondo la maggioranza si sarebbe palesata comunque a causa dell’ingente somma, 600 mila euro, che il comune annualmente avrebbe dovuto erogare per la rateizzazione dei debiti. Inoltre secondo la maggioranza “con la dichiarazione di dissesto e con le procedure agevolate o semplificate e grazie alle normative in materia in particolare l’articolo 255 e seguenti del TUEL è possibile accedere a fondi agevolati e ad altri tipi di risorse al fine di completare il risanamento dell’ente i pochi anni al fine di riprendere la normale gestione del bilancio. Una decisione che lascia l’amaro in bocca anche in ragione della discrasia tra i dati forniti dalla maggioranza,
e le valutazioni della triade commissariale risalenti ad aprile 2017 (che aveva rilevato un notevole miglioramento dei conti).
Su quest’ultimo punto è stato il sindaco Vincenzo Maesano a dichiarare che “La situazione presentata dalla commissione straordinaria ad aprile 2017 non corrisponde alla realtà documentata dagli uffici che hanno presentato una massa debitoria enorme. A dare le dovute delucidazione in merito sarà la commissione esaminatrice ciò che a noi interessa in questo momento non è ricercare un colpevole ma iniziare quel risanamento di cui Bovalino ha bisogno”.
A essere venuta meno secondo l’opposizione sarebbe stato “il coinvolgimento della minoranza ma soprattutto –ha sottolineato il consigliere Gangemi – dalle informazioni che voi stessi ci avete fornito qualche mese addietro sembrava non sussistessero i requisiti di legge per dichiarare il dissesto. Vogliate almeno prendere in considerazione la rinuncia alle indennità di carica”.