di Adelina B. Scorda
BOVALINO – A vent’anni dalla sua confisca, l’appartamento di contrada Borrello a Bovalino, oggi diventa un luogo di speranza. Il taglio del nastro rosso,momento emblematico e simbolico affidato a di chi, per il ruolo ricoperto e per l’aiuto non solo economico, ha reso possibile la nascita di un nuovo luogo di legalità. Il direttore della Banca Popolare del Mezzogiorno, Roberto Vitti ha avuto l’onore di “aprire ufficialmente le porte” di questo nuovo spazio sottratto alla ‘ndrangheta.
Un momento atteso, vissuto alla presenza, oltre che di suor Carolina e suor Sara, delle forze dell’ordine locali, dell’amministrazione comunale, del sindaco Tommaso Mittiga, dei volontari del centro e di Libera Locride. L’immobile donato dall’amministrazione comunale all’Associazione Don Pino Puglisi, è stato ristrutturato grazie al sostegno della Banca Popolare del Mezzogiorno, grazie a cui è stato possibile, risistemare il soffitto, il bagno e la cucina, costruire una scala esterna per consentire l’accesso separato all’appartamento, oltre a consentire l’acquisto dell’arredamento e di quanto sarà necessario e funzionale alle attività che vi saranno svolte. “Un richiamo – ha detto il direttore Roberto Vitti riferendosi all’aiuto dato all’associazione- che spero faccia da volano per ulteriori aiuti”. Una casa per tutti, dunque, che vivrà con il sostegno di quanti vorranno contribuire, economicamente, e non, al suo mantenimento. I progetti sono tanti, dal baby parking al dopo scuola, ma in cantiere c’è anche l’idea di mettere l’appartamento a disposizione, nei mesi estivi, per quelle famiglie che vorranno trascorrere le vacanze a Bovalino. Offerte, solo e semplicemente quelle, la fonte di sostegno per questo nuovo progetto, almeno fin quando non verrà modificata la legge regionale che consente il finanziamento per la ristrutturazioni di beni confiscati solo a quei comuni al alta incidenza mafiosa. Un segnale di speranza, oggi, “che mi auguro prosegua verso progetti più ampi – ha dichiarato Luciano Squillaci – noi viviamo in una regione che ha subito tagli abnormi, soggetta al piano di rientro nel settore sanitario e il l’ala maggiormente colpito è stata quella delle politiche sociali, colpendo ovviamente quella fetta di popolazione più debole. Il mio augurio è che le istituzioni si ricordino che realtà come queste vanno sostenute, promosse”. L’unione, poi, fra l’associazione e Libera Locride, rende la nascita dei questa nuova, piccola, realtà ancora più incisiva in un territorio privo di risorse e di lavoro, dove la ruberia della ‘ndrangheta ha tolto troppo.