di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Che sia dovuta a incapacità governativa o a una tattica politica studiata a tavolino, il rinvio dell’assise consiliare di questa sera a Bovalino, rimarrà, almeno per il momento, in dubbio. Fatto sta che nonostante l’intera maggioranza a esclusione del consigliere Savica, avesse preso posto fra gli scranni dell’opposizione il presidente del consiglio Francesco Signati ha comunicato il rinvio della seduta.
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La motivazione fornita ai presenti ha fatto leva sull’assenza dell’assessore Filippone, “per tali ragioni la maggioranza ha ritenuto opportuno – ha spiegato Signati –rinviare la seduta consiliare al 4 febbraio sempre alle ore 17”. “Una motivazione – dichiara l’opposizione che fa acqua da tutte le parti anche perché l’assessore Filippone nella seduta di oggi non era soggetto a nessuna interrogazione da parte nostra, per questo non capiamo le ragione che hanno spinto la maggioranza, per l’ennesima volta a rinviare la seduta. Sembra essere diventata una triste ruotine”.
Ma che la maggioranza, o alcuni dei suoi assi, stia vivendo un periodo non troppo roseo a cause degli ultimi avvenimenti cronaca, non è un segreto, come non lo è neppure la difficoltà paventata di mantenere salda la maggioranza governativa. Diverse le ipotesi sulla surroga del consigliere dimissionario Crupi con il primo dei non eletti Francesco Iaria che proprio questa sera doveva essere discussa in consiglio. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe stato consigliato al futuro consigliere di non accettare l’incarico proprio alla luce dei nuovi fatti di cronaca che stanno interessano, il sindaco Mittiga, il presidente del consiglio Francesco Signati e il consigliere di minoranza Domenico Savica, risalenti alle elezioni amministrative del 2010. Consiglio che sembrerebbe essere stato dato anche agli altri tre non eletti che compongono la coda della lista vincente nel 2010.
Ma ci sarebbe anche chi paventa la possibilità che sia l’esecutivo a rassegnare le proprie dimissioni evitando al comune di Bovalino il marchio di comune di ‘ndrangheta. La possibilità che possa verificarsi la non auspicata commissione d’accesso agli atti si fa sempre più pressante.