di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Piazza Marino è l’orgoglio dell’amministrazione Mittiga. IL sindaco stesso la definì così in occasione della commemorazione del Brigadiere a cui la piazza è intitolata, un piccolo gioiello, precisando «L’impegno profuso nel mantenerla deliziosamente impeccabile. Guardando questa piazza – disse Mittiga – sembra di essere a Dublino».
Già non sembra di essere a Bovalino, anche se a Dublino avrebbero posizionato qualche panchina sotto l’ombra degli alberi e non solo nel perimetro cementato della piazza privo di qualsivoglia copertura ombreggiante. Sforzo, dicevamo, che forse andrebbe direzionato anche per le altre piazze del paese o per le strade, sporche e maleodoranti, prive di qualunque segnaletica stradale, impossibili da percorrere a piedi o in bici, intasate da parcheggi selvaggi sotto gli occhi incuranti dei vigili urbani. Di iniziative questa estate ce ne sono state, a volte anche due nello stesso giorno, l’offerta riservata ai turisti è stata tutto sommata abbastanza variegata, ma l’impegno affannoso e spasmodico con cui si tenta di concentrare serate convegni e sagre, in venti giorni d’estate non può lasiciare spazio al nulla dei mesi successivi. La vitalità di un paese si vede e si deve vedere, soprattutto per i suoi cittadini o per lo meno prima per loro. Poi tutte le pseudo tecniche di promozione del territorio, di sviluppo turistico sono ovviamente necessarie, ma se non hanno alla base un concetto culturale di rinascita e sviluppo hanno una media possibilità di riuscita, non creano interesse, o almeno non quanto dovrebbero, o partecipazione. Impazzano i commenti sul web, le dichiarazioni, le lamentele, ma la rassegnazione oggi più di un anno fa si fa sentire con tutto il suo peso. Vuoto politico, vuoto amministrativo, vuoto sociale e culturale, una decadenza che in atto da più di vent’anni e che non accenna ad arrestarsi. La rinascita, che tutti auspicano e che tutti vorrebbero per Bovalino, non si raggiunge attraverso scaramucce politiche o salti della quaglia, ma passa soprattutto dalle piccole cose, anche dal semplice e sano egoismo di che pensa anzitutto a curare lo spazio davanti casa propria.