di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Il festival della memoria e dell’identità, giunto alla sua seconda edizione per opera dell’Unla (unione nazionale per la lotta all’analfabetismo, che oggi si occupa soprattutto di alfabetizzazione e integrazione degli immigrati), ha avuto e ha il merito di aprire i cassetti della storia di Bovalino, ricordando con stima, affetto e un po’ di nostalgia chi ha contribuito a rendere grande il paese.
Non un’occasione per pochi o l’assegnazione di premi d’amicizia, come ha ben ricordato Domenico Agostini, ideatore e promotore della manifestazione, ‹‹Ma un momento di crescita e di convivio di una comunità che ha bisogno di gente che non aveva niente e con sacrifici e abnegazione al lavoro, è riuscita a portare avanti la propria famiglia contribuendo anche alla crescita del nostro paese››. Otto i cittadini scelti quest’anno cui è stata dedicata una targa per la “memoria e l’identità” tra di loro qualcuno non c’è più e a ricevere con onore e gioia questo ringraziamento ci sono figli e nipoti. Tra di loro tre insegnanti (Giuseppe Racco, Domenico Gelonese e Giovanni Audino a cui va il premio alla memeoria), che con il loro lavoro hanno contribuito, negli anni ’50 e ’60 a debellare l’analfabetismo offrendo, da volontari, il proprio contributo all’Unla. Un’onorificenza consegnata anche al poeta contadino Rosario Dattilo, al panettiere Francesco Saffioti, fondatore dello storico panificio di Bovalino, a Rocco Sacco, invalido del lavoro, a Pietro De Domenico, sindaco di Bovalino e consigliere provinciale a Elvira Marzano, commerciante e a Domenico Mittiga artigiano della creta. A presenziare alla premiazione di ieri sera, in piazza Camillo Costanzo, oltre al sindaco Tommaso Mittiga, il presidente nazionale dell’Unla, Vitiliano Gemelli, il consigliere regionale Pietro Crinò, i consiglieri provinciali Alessandra Polimeno e Luigi Giugno, il presidente della Pro Loco di Bovalino, Agostino Cucuzza e il parroco Giuseppe Castelli, ospite Michele Inserra, capo servizi di Reggio e provincia de il Quotidiano. Brevi pause di musica, in cui si sono esibiti alcuni grandi artisti di Bovalino come Nino Racco e Peppe Platani e alcuni giovanissimi talenti, hanno reso ancora più vivo il reale significato della manifestazione. Brevi e concisi gli interventi di ospiti e premiati che hanno espresso all’unisono non solo l’orgoglio d ricevere quest’onorificenza ma hanno ribadito, ognuno a suo modo, l’importanza e la necessità di rimanere legati alla propria terra, non solo con il semplice ricordo nostalgico ma attraverso il duro lavoro dell’identità.